Cos’è l’agenda rossa di Paolo Borsellino

Cronaca
In un'immagine di un filmato dei vigili del fuoco dopo la strage di via D'Amelio è visibile un'agenda rossa
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Il diario del giudice rimasto ucciso in via d'Amelio non è mai stato ritrovato. Se non fosse andato perso, secondo quanto detto dal figlio Manfredi, "le indagini sulla sua morte avrebbero certamente preso un'altra direzione"

Paolo Borsellino non si separava un istante dal suo diario, un’agenda rossa, nelle settimane prima della sua morte. A raccontare questo particolare, anche in sede processuale, sono stati sia amici che parenti del giudice ucciso in via D'Amelio il 19 luglio 1992 (LE FOTO). Ma dopo l'omicidio quell’agenda è scomparsa dalla borsa del magistrato e non è stata più trovata.

Le testimonianze dei figli di Borsellino sull'agenda rossa

"Il giorno della sua morte, vidi mio padre mettere nella borsa, tra le altre cose, l'agenda rossa da cui non si separava mai", ha raccontato la figlia del giudice, Lucia Borsellino, il 19 ottobre del 2015, quando è stata chiamata a testimoniare al quarto processo per la strage. Le sue parole sono state confermate dal fratello Manfredi che ha ricordato l’immagine del padre che scriveva "compulsivamente sul diario". "Dopo la morte di Giovanni Falcone - ha detto Manfredi Borsellino ai giudici della corte d'Assise - la usava continuamente. E non per appuntare fatti personali. Era certamente un modo per segnare eventi e cose di lavoro importanti. Se non fosse andata persa, le indagini sulla sua morte avrebbero certamente preso un’altra direzione".

L'ipotesi che il diario abbia resistito alla deflagrazione

Manfredi è certo che il diario abbia resistito, come l'altra agenda ritrovata intatta nella borsa del magistrato, alla deflagrazione di via D'Amelio in cui rimase ucciso Borsellino. Ma la sorte del documento che entrambi i figli del giudice ritengono prezioso non si è mai scoperta. Come hanno raccontato i Borsellino, la valigetta del padre venne loro restituita dopo qualche settimana dalla morte del magistrato. Dentro c'era tutto tranne l'agenda rossa.

Corte d'Assise Caltanissetta: La Barbera "intensamente coinvolto nella sparizione"

La Corte d'Assise di Caltanissetta in una motivazione depositata il 30 giugno 2018 parla dell’omicidio di Borsellino come "uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana". I magistrati hanno anche dedicato parte della motivazione proprio all’agenda rossa. Secondo la Corte,  l'allora capo della Mobile Arnaldo La Barbera ebbe un "ruolo fondamentale nella costruzione delle false collaborazioni con la giustizia ed è stato altresì intensamente coinvolto nella sparizione dell'agenda rossa, come è evidenziato dalla sua reazione, connotata da una inaudita aggressività, nei confronti di Lucia Borsellino, impegnata in una coraggiosa opera di ricerca della verità sulla morte del padre".

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