Calano le morti sul lavoro, 617 vittime nel 2017: è minimo storico

Cronaca
Foto: Archivio Getty

Mai così pochi decessi accertati dal 1951, secondo il report Inail. Le denunce di infortunio sono state 641mila. Lo scorso anno gli ispettori hanno controllato 16.648 aziende e l'89,43% sono risultate irregolari. Sono stati regolarizzati 49.772 lavoratori

Sono 617 i decessi sul lavoro nel 2017 che sono stati accertati fino a questo momento e il 58% di questi è avvenuto fuori dall'azienda, mentre le denunce di morte arrivate sono 1.112. Sono questi alcuni dei dati della Relazione annuale dell'Inail, secondo cui se anche i 34 casi ancora in istruttoria risultassero tutti riconosciuti come morti sul lavoro si arriverebbe a 651 decessi, con un calo del 2,8% rispetto ai 670 del 2016. Si tratta in ogni caso del minimo storico dal 1951. Le denunce di infortunio sono state 641mila, in linea con il 2016 e ne sono state riconosciute "sul lavoro" 417mila di cui il 19% fuori dall'azienda.

La maggior parte dei decessi avviene sulla strada

Secondo quanto riportato dalla relazione annuale Inail, la maggior parte degli incidenti mortali sul lavoro avviene sulla strada. In particolare, è stato verificato che su 617 decessi accertati, 450 sono stati "in occasione di lavoro" e 167 in itinere, ma tra quelli riconosciuti in occasione di lavoro (e quindi durante le ore di lavoro e non nel tragitto per arrivare o tornare dall'ufficio o dalla fabbrica) 193 sono stati "con mezzo di trasporto", a fronte dei 257 senza mezzo di trasporto. Nel caso dei morti in occasione di lavoro ma senza mezzo di trasporto si è registrato un calo del 16,5% sul 2016 e del 27,8% sul 2015. Questi dati - ha spiegato il presidente dell'Inail - Massimo De Felice sono importanti perché "intervenire sulle fonti di rischio esterno è diverso da farlo su quelle di rischio interno. I meccanismi di sicurezza non sono un costo e non devono essere considerati evitabili da parte dei lavoratori sulla base della loro esperienza".

Morti sul lavoro, in maggioranza sono italiani

Oltre alle circostanze dei decessi sul lavoro, sono stati forniti i dati sui luoghi degli incidenti ma anche sulla provenienza e l’età delle vittime di infortuni mortali. Nel settore dell'industria e dei servizi le morti sono state 532 (152 dei quali in itinere) mentre nell'agricoltura sono state 74 (8 in itinere) e 11 per conto dello Stato (7 in itinere). La grande maggioranza delle vittime accertate sul lavoro era italiana (514) mentre 33 vittime provenivano da altri Paesi dell'Ue e 70 erano extracomunitari. Quasi la metà degli infortuni mortali accertati (287, pari al 46,5%) ha riguardato persone con più di 50 anni. Tra questi, 55 hanno riguardato persone con più di 65 anni.

I dati del 2018: morti in aumento rispetto al 2017

La relazione Inail ha poi fornito i dati relativi ai primi cinque mesi del 2018: sono arrivate 389 denunce di infortunio mortale con un aumento del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2017 (14 casi in più). Il report sottolinea come l'aumento riguardi solo i casi avvenuti in itinere, ovvero nel tragitto di andata e ritorno tra l'abitazione e il posto di lavoro (passati da 104 a 118), mentre per quelli occorsi "in occasione di lavoro" le denunce sono state 271 in entrambi i periodi.

I numeri della regolarizzazione dei lavoratori

Nell'ambito dell'azione di controllo "amministrativo" svolto dall'ente, emerge che l’89,43% delle 16.648 aziende controllate nel corso del 2017 (il 67,49% del terziario e il 28,21% dell’industria) è risultato irregolare: sono stati regolarizzati 49.772 lavoratori, di cui 45.802 irregolari e 3.970 "in nero". I risultati - conferma il report - "confermano la qualità della procedura informatica di "business intelligence" che ha sostenuto l’attività ispettiva e il grande lavoro svolto dai 299 ispettori".

Cronaca: i più letti