Migrante ucciso in Calabria, c'è un indagato. Esame su residui sparo

Cronaca
Un momento del sit-in di protesta a Napoli per l'omicidio di Soumaila Sacko (Foto Ansa)

Per l'omicidio di Soumayla Sacko, il 29enne maliano morto a San Calogero, è stato notificato l'avviso a un 43enne. L'uomo è stato sottoposto al test dello stub per verificare tracce di polvere da sparo 

C'è un indagato per l'omicidio di Soumayla Sacko, il 29enne originario del Mali e sindacalista Usb, ucciso a colpi di fucile sabato 2 giugno a San Calogero, in Calabria. Nel corso del pomeriggio, i carabinieri della Compagnia di Tropea e della stazione di San Calogero, hanno notificato a una persona del posto un "avviso della persona indagata". L'uomo è stato sottoposto allo stub, l'esame per accertare la presenza di residui da sparo sulle mani e sui vestiti. I risultati saranno disponibili nei prossimi giorni  (I NUMERI DEL CAPORALATO IN ITALIA).

Indagato è nipote ex socio fornace

L'indagato è il nipote di uno dei soci della società proprietaria della ex fornace in cui è avvenuto il delitto. Si tratta di un italiano di 43 anni. A lui gli investigatori erano risaliti già poche ore dopo il delitto. Dopo avere sentito la testimonianza dei due feriti, all'uomo sono stati sequestrati i vestiti e l'auto bianca, descritta dai due cittadini del Mali.

Se l'esame risulterà positivo scatterà arresto

L'esame dello stub determinerà i prossimi passi delle indagini. Se dovesse risultare positivo, infatti, pare scontato che nei confronti dell'uomo scatti l'arresto. Il provvedimento è stato emesso dalla procura della Repubblica di Vibo Valentia che coordina le indagini sull’omicidio. Intanto, è stato affidato l'incarico per l'autopsia sul corpo di Soumayla al medico legale.  

Conte nel discorso al Senato: “Vicenda inquietante”

Nel suo discorso programmatico al Senato per chiedere la fiducia al proprio governo, il premier Giuseppe Conte ha dedicato un passaggio alla vicenda, chiedendo un “commosso pensiero” per Soumayla Sacko: “Non siamo affatto insensibili. Una riflessione merita la vicenda tragica e inquietante occorsa qualche giorno fa. Soumayla è stato ucciso con un colpo di fucile – ha detto Conte -. Era uno tra i mille braccianti con regolare permesso di soggiorno che ogni giorno nel nostro Paese si recano al lavoro in condizioni che si collocano sotto la soglia di dignità. A loro e ai loro familiari dobbiamo tutti un commosso pensiero", ha detto il premier, salutato da un lungo applauso dell'aula del Senato.

Situazione tranquilla nella tendopoli dopo le proteste

Intanto a San Ferdinando, nella baraccopoli a poca distanza da San Calogero dove vivono centinaia di migranti che lavorano nelle aziende agricole della zona, la situazione si è tranquillizzata dopo il corteo e le proteste di ieri, lunedì 4 giugno. Conclusa la manifestazione, i connazionali di Soumayla che avevano dato vita alla protesta sono rientrati nella baraccopoli e oggi hanno ripreso a lavorare nei campi per paghe da 20-25 euro al giorno. L'area resta presidiata dalle forze dell'ordine, ma allo stato non vi sono segnali di altre proteste.

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