Terremoti, l'Italia come il Giappone: sismometri installati in mare

Cronaca
I sismometri saranno collegati con le sale operative dell'Invg (archivio Ansa)
ANSA-Sismografo

Attrezzatura e tecnologie necessarie per rilevare e studiare i fenomeni geologici saranno montati vicino alle piattaforme petrolifere. Forniranno dati anche sui fondali marini

L'Italia avrà i suoi primi sismometri in mare: saranno installati in prossimità delle piattaforme petrolifere per migliorare la localizzazione e lo studio dei terremoti. È questo il frutto di un accordo firmato oggi a Roma da Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), direzione Generale per la sicurezza anche ambientale delle attività minerarie ed energetiche del ministero dello Sviluppo Economico e l'Associazione Mineraria italiana.

Cosa prevede l'accordo

L'obiettivo dell'accordo, si legge in una nota, è "avviare una cooperazione scientifica tra le parti che consenta non solo di ampliare la conoscenza dell'offshore italiano, ma anche di incrementare l'efficacia dell'Ingv nelle sue attività di monitoraggio e sorveglianza, in particolare della sismicità, a tutela dell'intero territorio nazionale". In particolare, le nuove attività prevedono lo scambio di dati sul bacino marittimo (come i dati sismici e Gps); l'installazione di stazioni rivolte allo studio dei rischi naturali; la realizzazione di siti pilota da connettere in tempo reale con i centri di monitoraggio e le sale operative a terra dell'Ingv; la collaborazione in tema di studi del fondale marino. L'accordo è operativo da subito e avrà una durata di 15 anni.

Modello Giappone

"L'Italia - ha detto il Presidente dell'Ingv, Carlo Doglioni - non ha una rete sismica in mare, ma solo una rete sulla terraferma e questo ha costituto un limite sia per lo studio dei terremoti nei mari italiani, sia per il monitoraggio della sismicità a terra". Senza un monitoraggio al largo, ha aggiunto Doglioni, "i parametri di localizzazione hanno un'incertezza maggiore nelle zone costiere. Per questo è importante cominciare a costruire una rete sismica in mare come ha fatto da tempo il Giappone". Le piattaforme attive nei mari italiani si trovano in Adriatico Meridionale, Ionio e Canale di Sicilia. Per Franco Terlizzese, del Mise, l'accordo "va a confermare l'impegno del ministero nel garantire lo studio della sismicità naturale e la sicurezza delle attività minerarie". Per il presidente di Assomineraria, Sergio Polito, la collaborazione permetterà di utilizzare la rete di impianti offshore "per l'installazione di sismometri e altri strumenti di rilevazione in aree finora del tutto scoperte dalle reti di monitoraggio".

La mappa delle zone colpite nel 2016

L'Invg ha anche presentato la mappa geologica dei 138 comuni colpiti dalla sequenza sismica attivata nell'Italia centrale il 24 agosto 2016. L'Italia è il primo Paese al mondo ad avere uno strumento simile, che aiuterà a guidare la ricostruzione. I dati sono stati illustrati a Roma, nel Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), dal Centro per la Microzonazione Sismica (CentroMS), costituito da 25 tra enti di ricerca e dipartimenti universitari coordinati dal Cnr. "Nella pianificazione degli interventi di ricostruzione delle aree del centro Italia - ha spiegato ancora Carlo Doglioni all'Ansa - è importante l'analisi del cosiddetto ultimo miglio di terreno. La concentrazione dei danni ad Amatrice, ad esempio, non coincide con l'epicentro dei sismi ma è legata all'amplificazione locale delle onde in superficie". Quando avviene un terremoto, hanno detto gli esperti riuniti al Cnr, la conformazione del territorio e le condizioni geologiche locali possono modificare gli effetti della scossa anche tra aree molto vicine. La microzonazione sismica consente di studiare queste caratteristiche locali e di quantificare l'entità di questi effetti. "Questi dati - ha aggiunto Doglioni - serviranno come base per la ricostruzione e saranno propedeutici per tutta l'Italia".

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