Portare nello zaino un sacco termico e una candela, consultare più previsioni meteo e avere sempre un piano B o C: Alex Barattin, del soccorso alpino bellunese, spiega alcune regole base da seguire
Cos’è il whiteout
La morte di 14 alpinisti ed escursionisti in circa 72 ore è stata dovuta principalmente a quello che in gergo viene chiamato whiteout. Si tratta, spiega Barattin, di “tempeste che si formano in modo repentino, con cambiamenti improvvisi della temperatura ed abbassamenti di pressione che creano forti venti. Quando si verifica ciò, ci si può trovare ad affrontare venti molto forti con nevicate improvvise. In queste situazioni si perde facilmente l’orientamento e se non si ha l’attrezzatura adeguata diventa difficile continuare”.
L’importanza del meteo
Il whiteout è dunque un qualcosa di particolare. Ma c’è il modo per prevenirne i rischi. Innanzitutto guardare sempre il meteo: “Oggi le previsioni sono molto dettagliate e puntuali. Per questo invito tutti a guardare il meteo. E non solo uno, ma più provider che offrono questo servizio, in modo da poterle poi mettere a confronto”, spiega Barattin. Così facendo, dice il delegato del soccorso alpino bellunese, “si può avere una buona cognizione di causa del tempo che si troverà durante l’escursione”.
Avere piani alternativi ed essere equipaggiati
In secondo luogo, spiega ancora Barattin, è importante, prima di avventurarsi in montagna, studiare dei piani alternativi, in modo da poter far fronte ad eventuali emergenze. Infine, chi sale fino a raggiungere e superare i mille metri d’altezza, “nello zaino dovrebbe sempre avere un equipaggiamento che consente di affrontare anche la nottata all’addiaccio. Fondamentale non dimenticare un telo termico, una candela e una giacca a vento adatta per l’alta quota”. Grazie a ciò, in casi di emergenza, è possibile, per esempio, “ scavare una truna e mettersi al suo interno” per affrontare la notte.