Terrorismo, a Bari condannato un foreign fighter

Cronaca
Foto: Archivio Ansa

Per un 38enne di origine cecena, il gup ha stabilito la pena di 5 anni di reclusione per i reati di terrorismo internazionale di matrice islamica e istigazione alla jihad armata. L'uomo era stato arrestato a Foggia nel luglio del 2017

Cinque anni di reclusione per i reati di terrorismo internazionale di matrice islamica e istigazione alla jihad armata. È questa la decisone del gup del tribunale di Bari nei confronti di un 38enne di origini cecene arrestato a Foggia nel luglio del 2017. La sentenza è stata emessa al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato.

Arrivato in Italia dal Belgio

Stando alle indagini della Digos e della Guardia di finanza, l'uomo - che era stato segnalato anche dall'Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna) - sarebbe un militante dello Stato Islamico appartenente al gruppo terroristico 'Emirato del Caucaso', arrivato a Foggia dal Belgio nel 2012, dove subito aveva ottenuto lo status di rifugiato. Negli anni avrebbe intrattenuto contatti sospetti con ceceni in Belgio, in Germania e in Siria. A suo carico sono state raccolte telefonate con esplicito riferimento ad attentati terroristici. Dalle indagini è apparso subito chiaro come le sue intenzioni fossero quelle di tornare a combattere in Siria. Inoltre, pare che l'uomo abbia partecipato anche all'assalto di Grozny (Cecenia) del dicembre 2014 alla 'Casa della Stampa'.

Ospitato nell’associazione "Al Dawa" di Foggia

Dagli accertamenti è emerso anche che il 38enne avrebbe istigato al martirio la moglie, una 49enne russa, con la richiesta esplicita di diventare una "shahidka", cioè una donna kamikaze con cintura esplosiva. L'uomo era stato ospitato a lungo nell'associazione culturale "Al Dawa" di Foggia il cui presidente, di origini egiziane, è stato arrestato nelle scorse settimane con l'accusa di educare i bambini alla jihad.

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