Mafia, smantellata rete di pizzini del clan Messina Denaro: 22 fermi

Cronaca
Foto d'archivio Ansa

Il blitz, scattato in provincia di Trapani, è l'ennesimo colpo inferto al boss superlatitante. Le accuse nei confronti degli indagati sono, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, detenzione di armi e intestazione fittizia di beni

Nuovo blitz contro la rete criminale di Matteo Messina Denaro. Con l'operazione "Anno zero", Polizia, Carabinieri e Dia hanno eseguito un provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Palermo nei confronti di 22 presunti affiliati alle famiglie mafiose di Castelvetrano, Campobello di Mazara e Partanna (Trapani). Nell’indagine è stata individuata la rete utilizzata dal capo di Cosa nostra per lo smistamento dei 'pizzini' con cui dava disposizioni agli affiliati. Ma dall’inchiesta emerge anche un altro dettaglio: quello del vincolo mafioso che finisce per coincidere con quello famigliare. Fra i boss e i favoreggiatori fermati, infatti, ci sono anche diversi membri della famiglia del super latitante, fra cui due suoi cognati.

Il ruolo di vertice di Messina Denaro sulla provincia di Trapani

Le accuse nei confronti degli indagati sono, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, detenzione di armi e intestazione fittizia di beni. Tutti reati aggravati dalle modalità mafiose. Le indagini, inoltre, hanno confermato sia il ruolo di vertice di Messina Denaro sulla provincia di Trapani sia quello del cognato, reggente del mandamento di Castelvetrano dopo all'arresto di altri famigliari. Pedinamenti, appostamenti e intercettazioni hanno ribadito come Cosa nostra eserciti un controllo capillare del territorio e ricorra sistematicamente alle intimidazioni per infiltrare il tessuto economico e sociale.

I vertici del clan scelti all'interno della famiglia

L’attività investigativa ha anche permesso di stabilire come il capo di Cosa nostra scelga i vertici del clan tra i famigliari. Le indagini, nel tempo, hanno individuato alla guida delle cosche i cognati del capomafia, ma anche il fratello e un cugino. Ma farebbero parte dell'organizzazione criminale anche un altro cugino acquisito, che si è poi pentito, la sorella e due nipoti. Si conferma così la scelta "familistica" del boss, con ruoli di primo piano affidati a due cognati che sono tra i fermati del blitz del 19 aprile.

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