I magistrati della Procura di Torino sostengono che con delle misure più idonee si sarebbe potuto evitare quanto accaduto il 3 giugno 2017. Ieri l’arresto di 8 persone sospettate di aver scatenato il panico in quell'occasione
Le connessioni tra rapina e omissioni nella sicurezza
Il documento firmato dai magistrati oltre a una ricostruzione completa dei fatti contiene dei cenni sulle omissioni nella gestione dell'evento, oggetto di un secondo procedimento sfociato nell'invio di quindici avvisi di conclusione delle indagini. Fra i destinatari del provvedimento figurano la sindaca Chiara Appendino. I magistrati annotano che per "sicurezza" si dovevano intendere misure per "controllare che sulla piazza non fossero portati strumenti atti a ledere, come le bottiglie di vetro, nonché misure idonee a garantire un rapido deflusso delle persone in presenza di eventi perturbatori quali un gesto anticonservativo, un attentato terroristico, la condotta di uno psicopatico, malori, panico". Per i magistrati, quindi, la rapina e le "omissioni" risultano "strettamente connessi". I pm, comunque, distinguono quello che nel linguaggio dei giuristi è indicato come "elemento soggettivo". In pratica, "il comportamento degli addetti allo svolgimento ordinato della manifestazione e alla sicurezza degli spettatori è da qualificarsi come colposo", mentre la condotta dei rapinatori è stata dolosa perché finalizzata "a creare una situazione di panico".