"Foodora sfruttatori", scritte di vernice davanti a Tribunale Torino
CronacaÈ attesa per domani la sentenza di primo grado del processo che sei ex rider della multinazionale tedesca di food delivery hanno intentato contro l'azienda. L'obiettivo sono il reintegro e maggiori tutele sul lavoro
La causa
Chi fa le consegne per Foodora viene pagato 4 euro lordi a consegna; l’azienda paga i contributi Inps e Inail previsti dal contratto e fornisce un’assicurazione per i danni a terzi. I rider sono collaboratori coordinati e continuativi (cosiddetti co-co-co), non è lavoro subordinato. A decine avevano partecipato alle proteste di piazza per chiedere retribuzioni più alte e maggiori tutele. Fra loro, i sei che hanno trascinato Foodora in tribunale. Accusano l’azienda di food delivery averli licenziati ingiustamente per aver partecipato alle manifestazioni. I lavoratori sono stati gradualmente esclusi dalla piattaforma su cui i fattorini ricevono le consegne (e con la quale, necessariamente, lavorano), nonostante avessero a più riprese dato la loro disponibilità.
Le richieste
Nonostante i tentativi di conciliazione con l’azienda, i sei fattorini nel 2016 sono stati licenziati. In tribunale gli avvocati dei rider, Sergio Bonetto e Giulia Druetta, chiedono al giudice il riconoscimento del rapporto di lavoro subordinato e la conseguente illegittimità del licenziamento. L'obiettivo è ottenere il reintegro o almeno un indennizzo monetario. Il giudice si esprimerà poi sull’adeguatezza dei dispositivi di sicurezza forniti ai lavoratori e sulla privacy dei ciclisti-fattorini, che potevano essere costantemente monitorati con un sistema satellitare.
Il corteo
Per domani mattina è stato organizzato un presidio davanti al Palagiustizia di Torino che inizierà alle 9. Al termine dell’udienza, un corteo di biciclette partirà da Palazzo di Giustizia per raggiungere piazza Statuto.