Incendio nel pub a Catanzaro Lido, fermato parente del titolare

Cronaca
Il pub di Catanzaro Lido dove c'è stato l'incendio nella notte tra il 4 e il 5 aprile (ansa)

Secondo l’accusa l’uomo, 47 anni, voleva truffare l’assicurazione e con i soldi ripianare un grosso debito. Nell’incendio, tra il 4 e il 5 aprile, sono morte due persone, le stesse che avrebbero appiccato le fiamme

Voleva truffare l’assicurazione per incassare i soldi della polizza e far fronte così a un grosso debito. Con queste accuse la squadra mobile di Catanzaro ha fermato un uomo di 47 anni, collaboratore e parente del titolare del pub nella zona Lido incendiato nella notte tra il 4 e il 5 aprile. Nel rogo hanno perso la vita due persone che, secondo le prime ricostruzioni, avrebbero appiccato le fiamme. Secondo l’accusa i due, di 33 e 34 anni, avrebbero agito su incarico dell'uomo fermato dalle forze dell’ordine. Il 47enne, al termine di un lungo interrogatorio, avrebbe ammesso le sue responsabilità e ora è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per i reati di danneggiamento seguito da incendio e morte come conseguenza di altro delitto. Tutto ciò, fanno sapere gli inquirenti, esclude la pista estorsiva e il coinvolgimento della criminalità organizzata. Il 47enne è stato portato in carcere in attesa dell'udienza di convalida.

Il rogo

Le fiamme nel pub di Catanzaro Lido, uno dei più famosi della zona, sono state appiccate nella notte tra il 4 e il 5 aprile. I vigili del fuoco hanno impiegato diverse ore per domare l'incendio. Alla fine delle operazioni di spegnimento, durante un sopralluogo, gli inquirenti hanno ritrovato i corpi senza vita di due persone, residenti in un paese vicino. Sul posto sono stati trovati liquidi acceleranti e una notevole quantità di liquidi infiammabili, che hanno fatto immediatamente pensare alla natura dolosa dell’incendio.

La dinamica

Proprio sul rogo cominciano a emergere alcuni particolari. Le due persone che avrebbero appiccato le fiamme, rimanendone poi uccise, avrebbero usato 80 litri di benzina e un erogatore simile a un nebulizzatore per agricoltura. Dalle indagini della squadra mobile è emerso anche che i due sarebbero "entrati nel locale utilizzando le chiavi originali e dissimulando un'effrazione". Particolari, questi, emersi grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali effettuate subito dopo il fatto e ai sopralluoghi tecnici. I due, una volta dentro il locale, avrebbero sparso il liquido infiammabile su tutta la superficie utilizzando tre taniche. Il combustibile, evaporando negli ambienti, ha saturato l'aria e, una volta innescato l'incendio, ha provocato una esplosione che ha investito e ucciso i due.

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