L'Aquila, 9 anni dopo il terremoto resta un cantiere a cielo aperto

Cronaca

Matteo Furcas

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Il capoluogo abruzzese ricorda le vittime del sisma del 6 aprile 2009 in cui persero la vita 309 persone. Tra una faticosa rinascita e nuove battaglie

Una fiaccolata e 309 rintocchi della campana della chiesa di Santa Maria del Suffragio. Uno per ogni vittima. Così L'Aquila ricorda le persone morte nel terremoto che nove anni fa, il 6 aprile del 2009, distrusse il capoluogo abruzzese. A quasi un decennio dal tragico evento (LO SPECIALE) l'Aquila è ancora "sospesa" nel faticoso processo di ricostruzione. Secondo i dati dell'Ufficio speciale per la ricostruzione dell'Aquila, circa il 70% di quella privata, ovvero delle abitazioni di proprietà privata, è stata finanziata. Restano però ancora quasi 600 cantieri aperti in città.

E rimane difficile la situazione della popolazione sfollata, soprattutto di coloro che abitavano in centro storico: nella "new town" dell'Aquila - secondo i dati ufficiali del Comune - sono 8.024 le persone che alloggiano nei Progetti Case e 2.149 quelle che si trovano nei Map (moduli abitativi provvisori). Per la ricostruzione delle abitazioni nel cratere del sisma (l'area che comprende L'Aquila e tutte le altre zone colpite dal terremoto) la stima dell'Ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni del cratere (Usrc) per il ripristino completo è tra il 2023 e il 2025.

Intanto la città si prepara a un'altra battaglia: quella contro il recupero delle tasse sospese a imprese, sia pubbliche sia private, e a professionisti, dopo che la Commissione europea ha deciso di considerare aiuti di Stato la sospensione del pagamento delle imposte. Una lotta che si accende proprio nei giorni delle commemorazioni per l'anniversario del sisma.

Le commemorazioni

"Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo": è la frase dello scrittore Josè Saramago scelta dal Comune dell'Aquila per ricordare il nono anniversario del sisma. In occasione della ricorrenza, in città è lutto cittadino ed è stato decretato lo stop dei cantieri della ricostruzione nel centro storico. 

La scossa delle 3:32 e il bilancio

Nella notte del 6 aprile 2009 il sisma di 5.8 gradi della scala Richter, preceduto da una serie di scosse – lo sciame sismico - iniziate nel dicembre 2008, sorprese nel sonno gli abitanti e rase al suolo case, monumenti, edifici storici, ospedali. Tra i simboli della tragedia la Casa dello studente, residenza universitaria dell’ateneo dell’Aquila, dove persero la vita otto persone. Il bilancio finale fu di 309 vittime e 1.600 feriti. Furono circa 70mila gli sfollati immediati, di cui 13mila studenti universitari fuori sede. La frazione est della città, Onna, venne rasa al suolo. Notevoli i danni al patrimonio storico e artistico dell’Aquila: tutte le chiese (oltre un centinaio), a partire dalle più importanti basiliche, furono dichiarate immediatamente inagibili per lesioni o crolli importanti, oltre a diversi palazzi storici nel centro. Alla luce dei danni e delle vittime il sisma è stato fra i terremoti più distruttivi in Italia in epoca contemporanea, insieme a quello di Messina del 1908, al terremoto di Avezzano del 1915, a quello del Friuli del 1976 e al terremoto dell'Irpinia del 1980. Lo sciame sismico continuò anche dopo il 6 aprile: l’Ingv ha spiegato che la sequenza è finita nell’aprile del 2012, dopo più di 19.800 scosse in poco più di tre anni.

Ancora oltre 2mila persone nei moduli abitativi provvisori

Dopo il disastro, ha preso il via la grossa e complessa macchina della ricostruzione. Nei mesi successivi al terremoto, tra il settembre e il novembre 2009, ha avuto inizio la costruzione delle cosiddette "new town", 19 quartieri di case antisismiche, che sono state poi consegnate ai terremotati in attesa di poter tornare alle proprie abitazioni. A distanza di nove anni dal sisma sono ancora 8.024 le persone alloggiate nei Progetti Case e 2.149 quelle che si trovano nei Map (moduli abitativi provvisori), secondo i dati ufficiali del Comune dell’Aquila aggiornati al 15 marzo 2018. Nel numero totale sono compresi anche alcuni sfollati del terremoto del Centro Italia del 2016 (che comunque sono una netta minoranza) anche se un dato preciso non è al momento disponibile. Andando più nel dettaglio, i nuclei familiari assegnatari di alloggi del Progetto Case sono 3.162, i nuclei familiari assegnatari di alloggi Map 1.086.

(nell'ultimo video reso disponibile da Usrc, ll progresso della ricostruzione del centro storico, ripreso con un drone)

Ancora qualche anno per ricostruzione completa delle abitazioni

A fornire una previsione sul ritorno all’agibilità delle abitazioni è l'Usrc, l’ente istituito dal governo Monti nel 2012 per l’assistenza tecnica e il monitoraggio nell’ambito della ricostruzione dell’area colpita dal sisma. Su una stima di circa 26mila immobili inagibili nell'area, si legge, a oggi sono oltre 7mila quelli tornati agibili, con una stima per la chiusura per il 2023-25 con il ripristino degli immobili come dato complessivo, anche se per alcuni comuni "in fase più avanzata di altri in ambito ricostruzione privata, il target potrebbe essere centrato anche a cavallo tra il 2020 ed il 2022", spiega l’Usrc.

I numeri della ricostruzione, quasi 600 cantieri ancora aperti

I lavori in città, intanto, procedono. L’Aquila è ancora un cantiere aperto: a nove anni dal sisma, come risulta dai dati di Usra, sugli 8 miliardi e 350mila euro richiesti per 24.768 pratiche istruite per la ricostruzione privata, al 31 marzo 2018 ne sono stati concessi circa 5 miliardi e 200mila, pari a quasi il 70% del totale. I dossier da istruire sono ancora 1.862 e l'importo richiesto è di 2,3 miliardi di euro. Sul fronte della ricostruzione pubblica su un importo finanziato di poco più 2 miliardi di euro, quello totale erogato è stato di 1,3 miliardi di euro, pari al 62,14% del totale.

I cantieri ancora aperti sono 597, per un importo totale di 506 milioni di euro. Quelli conclusi invece sono 8.057, per un importo erogato superiore ai 3 miliardi di euro. Ne risultano allestiti 49 per ulteriori 755 mila euro. Altri 35 sono sospesi per un totale di 40 milioni di euro, mentre 1.691 sono quelli ancora non allestiti. Impressionante il dato sulla rimozione delle macerie rimosse: 2,7 milioni di tonnellate quelle dei cantieri privati e 495.818 tonnellate in quelli pubblici, per un totale di 3.198 milioni di tonnellate. L'importo concesso alle 24.768 pratiche istruite per la ricostruzione ammonta a 5,8 miliardi di euro (pari al 69,59% del totale richiesto). I dossier ancora da istruire sono ancora 1.862 e l'importo richiesto è di 2,3 miliardi di euro.

Tasse sospese, la Ue chiede la restituzione delle somme

A pochi giorni dal nono anniversario del sisma, negli ultimi giorni di marzo, si è accesa la polemica sulla vicenda della sospensione delle tasse di cui hanno goduto aziende e imprenditori locali. Sono state notificate infatti circa 350 cartelle esattoriali con intimazione di pagamenti milionari entro 30 giorni. La comunicazione è arrivata dal commissario nominato dalla presidenza del Consiglio e incaricato per il recupero delle somme, dopo che la Commissione europea, nel 2015, ha considerato come aiuti di Stato i fondi legati alla sospensione delle tasse. Le cartelle esattoriali hanno fatto scattare la mobilitazione e la preoccupazione per una misura destinata a mettere in ginocchio un territorio già colpito dal sisma.

Il sindaco: "La madre di tutte le battaglie"

Il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi ha annunciato subito la mobilitazione: "È la madre di tutte le battaglie per la sopravvivenza economica del territorio e siccome ne va del destino dell'Aquila, capoluogo d'Abruzzo, e del cratere del terremoto del 2009, daremo battaglia fino all'ultimo e con tutti gli strumenti a disposizione, giuridici, politici e civici, quindi anche attraverso manifestazioni di piazza". Immediate anche le mosse contro la misura: la giunta comunale dell’Aquila ha dato indirizzo alle società partecipate di ricorrere nei confronti della decisione della Commissione europea. La regione Abruzzo, il Comune dell'Aquila e le associazioni di categoria hanno inviato una diffida al presidente del Consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni, e ai sottosegretari Paola De Micheli e Sandro Gozi, tesa a bloccare il processo della restituzione delle tasse nella quale è contenuta la minaccia di rivalersi sulla filiera autorizzativa, quindi anche sugli alti dirigenti dello Stato, e un ricorso al Tar contro la nomina del commissario per il recupero delle somme. Per il 16 aprile è prevista la mobilitazione della città con una manifestazione, come annunciato dal vicepresidente della regione Abruzzo Giovanni Lolli.

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