Migranti, il diario di bordo della Seawatch3

Cronaca

Monica Napoli

Sky Tg24 sale a bordo della nave della ong e osserva, passo dopo passo, come viene organizzata l'attività di salvataggio in mare  

La seawtch è una ong tedesca che dal 2015 opera nel mediterraneo per trarre in salvo i migranti che dalla Libia partono su barconi fatiscenti rischiando la vita. È la terza missione dall'inizio del 2018 e nonostante gli ultimi avvenimenti in Italia e i rapporti sempre più complicati con la guardia costiera libica, il gruppo ha deciso di partire ugualmente. L'Italia è il Paese dove vengono portati i migranti salvati, il Paese che fronteggia maggiormente il flusso migratorio. Questo è il diario di come avvengono le operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo.

È il 5 aprile. Alle 8.56 inizia a muoversi la nave della Seawatch 3, dopo almeno un paio di ore di controlli all'imbarcazione in attesa del via libera dal porto. Inizia così la terza missione dall'inizio dell'anno. Poco prima della partenza Annie mi fa notare un'altra nave, di una diversa ong, sempre tedesca. "Il segno che il bel tempo sta arrivando e il rischio di trovare barconi in difficoltà è reale", mi spiegano alcuni membri della crew.

L'organizzazione

Ognuno ha un ruolo durante la partenza, ognuno ha un posto anche dopo. Qualcuno inizia ad accusare il mal di mare perché l'imbarcazione non è di certo una nave da crociera e le onde e il mare mosso si fanno sentire. È quasi come stare su una giostra che non si ferma mai. I più esperti già la sera prima si sono messi un cerotto che aiuta a sopportare il mal di mare; i più spavaldi il giorno sono in bagno con nausea e vomito, io tra loro. D'altra parte non ho mai sofferto il mal di mare e nonostante gli avvertimenti di diversi amici ho voluto testare. Ma hanno vinto loro, dopo un paio di ore dalla partenza e un paio di soste in bagno, un bel cerotto campeggia anche dietro il mio orecchio.  "È normale - mi dicono - saranno in due o al massimo tre le persone che non l'hanno messo, tra poche ore ti passa tutto". E così è stato, in effetti il cerotto ce l'hanno quasi tutti. Per i nuovi membri della crew la sosta in bagno è quasi come il battesimo della prima missione.

Le esercitazioni

Una volta preso il largo si ricominciano le prove per le emergenze: dal fuoco ai pirati. Vanno provate tutte le operazioni di salvataggio per capire se ognuno sa cosa fare e dove andare, e non importa se hai lo stomaco sotto sopra o altro da fare. Gli allarmi vanno capiti e gestiti. Con grande soddisfazione riusciamo, con tempi sempre migliori, a rispettare tutte le tecniche. Mentre si continua a navigare.

L'immensità del mare

Sul ponte più alto della nave si può scorgere l'infinità del Mediterraneo, un'immagine che riempie il cuore di chi ama il mare. In un attimo ripenso alle tante, tantissime immagini viste e riviste di migranti morti in acqua, bambini donne uomini, ripenso alle immagini di quei barconi per metà in acqua con centinaia di mani in alto a chiedere aiuto e stento a riconoscere il mio mare, il Mediterraneo, il mare dove sono cresciuta. A guardarlo nella sua maestosità e bellezza viene difficile immaginarlo la tomba di tante, troppe persone.

Prove di salvataggio

Il pomeriggio è dedicato alle prove degli eventuali salvataggi, divisi in gruppi di cinque o sei ci si veste con tutto l'occorrente e si scende in mare con i gommoni. Nulla può essere lasciato al caso se si incontrano barconi in difficoltà. Mentre i due gommoni ci circumnavigano, gli altri membri della crew ragionano sul come riconoscere e contare le persone che saranno, eventualmente, salvate. Si deve sapere dove sistemare le persone in condizioni peggiori e chi sta meglio; come elencare le nazionalità e contare chi sale a bordo; dove poterli sistemare e come aiutarli. Una delle due dottoresse è sul gommone, l'altra attende a bordo con l'infermiere. Con il resto della crew si coordinano e chiariscono alcuni punti fondamentali nel salvataggio di vite umane in mare. Questa sera è previsto un briefing medico per tutti, per aiutarci in caso di difficoltà. Mentre il capitano e il capo missione restano ai loro posti di comando attenti ad ogni piccolo movimento accanto a noi.

 

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