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L'ex governatore della Calabria Scopelliti si è costituito in carcere

Cronaca
Foto d'archivio Ansa

L'ex presidente della Regione si è presentato questa mattina nel carcere di Arghillà. Ieri è stato condannato dalla Cassazione a 4 anni e 7 mesi di reclusione per la vicenda della parcelle 'pazze' di quando era sindaco di Reggio Calabria

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Giuseppe Scopelliti, l'ex governatore della Calabria condannato ieri dalla Cassazione a 4 anni e 7 mesi di reclusione, si è costituito. Si è presentato questa mattina nel carcere di Arghillà di Reggio Calabria. Il 4 aprile è stato condannato in relazione alla vicenda della parcelle 'pazze' quando era sindaco del comune di Reggio Calabria.

La decisione della Cassazione

La Cassazione ha ridotto di 5 mesi la condanna all'ex governatore della Calabria che dovrà scontare 4 anni e 7 mesi, anziché 5 anni. Come aveva riferito la difesa di Scopelliti, l'ex governatore avendo una condanna superiore ai 4 anni non avrebbe potuto chiedere l'affidamento ai servizi sociali, ma avrebbe dovuto costituirsi. Con questa decisione la Suprema Corte ha sostanzialmente confermato il verdetto emesso dalla Corte d'Appello di Reggio Calabria, il 22 dicembre 2016, che aveva ridotto da 6 a 5 anni la condanna per l'ex sindaco. I Supremi giudici inoltre hanno sostituito l'interdizione perpetua dai pubblici uffici con l'interdizione per 5 anni. 

Le irregolarità nei bilanci comunali

La vicenda giudiziaria si è occupata delle irregolarità nei bilanci comunali dal 2008 al 2010. Dagli accertamenti degli ispettori del ministero della Finanze è stato rilevato un disavanzo di circa 170 milioni di euro. L'inchiesta reggina era stata avviata per l'autoliquidazione di parcelle esose da parte dell'ex dirigente dell'ufficio finanza del comune di Reggio, Orsola Fallara, che si era poi suicidata nel 2010. La decisione della Suprema Corte ha tenuto conto delle richieste fatte dal sostituto procuratore generale. Per Scopelliti, dopo la prescrizione, è rimasta l'accusa di falso ideologico che con la circostanza aggravante, fin nelle fasi di merito, aveva portato all'emissione di una condanna 'pesante' rispetto al tipo di reato. Il comune di Reggio, per rientrare del disavanzo, ha dovuto varare un piano di rientro trentennale.