Claudia Bordoni e le due figlie che portava in grembo sono morte nel 2016, alla clinica Mangiagalli, dopo un cesareo d'urgenza. Prosciolta una seconda ostetrica imputata. Il dibattimento prenderà il via il prossimo 18 giugno
Parenti della donna: non è stata tutelata "la vita della madre"
Già nel 2017, il gip aveva invece respinto la richiesta di archiviazione proposta sempre dalla Procura secondo la quale non c'era esso causale tra la morte della donna e l'omissione "gravemente colposa" della ginecologa e delle due ostetriche.
Gli avvocati della vittima sostengono da sempre che non sarebbero stati "posti in essere i doverosi provvedimenti diagnostici e terapeutici richiesti" per tutelare la "vita della madre" e delle gemelline che avrebbe dovuto dare alla luce in una "situazione ad altissimo rischio".
La morte nel 2016 alla Mangiagalli di Milano
Claudia Bordoni, manager originaria della Valtellina, era al sesto mese di gravidanza e, prima di andare alla clinica Mangiagalli, si era fatta visitare in altri due ospedali perché temeva un parto spontaneo. Dopo essere stata dimessa dal San Raffaele, dove era stata dal 13 al 20 aprile per delle complicazioni, il 26 aprile 2016 era andata alla Mangiagalli, dove era morta per via di un’emorragia. I medici avevano cercato di praticare un cesareo d'urgenza che non era riuscito e anche i due feti non erano sopravvissuti.