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È morto Giuseppe Soffiantini, vittima di sequestro nel 1997

Cronaca
Giuseppe Soffiantini in un'immagine d'archivio (Fotogramma)

L'imprenditore bresciano è scomparso all'età di 83 anni. Rapito nel giugno di 21 anni fa, restò in ostaggio per 237 giorni fino al pagamento di un riscatto da 5 miliardi di lire

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È scomparso nella notte, all'età di 83 anni, Giuseppe Soffiantini. L'imprenditore tessile di Manerbio (Brescia) era ricoverato da alcuni giorni in ospedale per problemi cardiaci. Nel 1997 fu vittima di un sequestro di persona. Rapito, mutilato e tenuto in ostaggio per 237 giorni, venne liberato nel febbraio del '98 in Toscana, dopo il pagamento di 5 miliardi di lire.

Il sequestro

Nella tarda serata del 17 giugno 1997, una banda composta da quattro persone fece irruzione nell'abitazione di Giuseppe Soffiantini, a Manerbio, immobilizzando e imbavagliando la moglie dell'imprenditore e la domestica e chiudendole in cantina. Soffiantini venne caricato su un'auto e portato via per consegnarlo ai suoi carcerieri. Lo scopo del sequestro, chiedere alla famiglia un ricco riscatto. L'operazione era stata architettata da un malvivente locale, Pietro Raimondi, assieme a un ex pastore sardo (Mario Moro) conosciuto in carcere. E sardi erano anche i due "secondini" di Soffiantini, che fu tenuto in diversi covi fra l'Appennino e le campagne di Grosseto e Siena da Attilio Farina e Giovanni Cubeddu.

Momenti drammatici e la liberazione

Oltre duecento i giorni di prigionia. Soffiantini, che già godeva di una salute non ferrea, tentò la fuga ma venne ripreso. Il 17 ottobre del 1997, poi, le forze dell'ordine tentarono un blitz per liberare l'ostaggio. L'ispettore dei Nocs Samuele Donatoni, che si era sostituito a uno degli emissari incaricati della consegna del riscatto nel tentativo di arrivare alla banda, rimase ucciso in un conflitto a fuoco a Riofreddo, fra il Lazio e l'Abruzzo. Nei due giorni successivi le forze di polizia riuscirono ad arrestare quattro componenti della banda, mentre Mario Moro restò ferito e morì tre mesi più tardi. Soffiantini, però, era ancora nelle mani dell'Anonima e subì il taglio delle cartilagini delle orecchie (inviate ai figli e - nel gennaio '98 - al direttore del Tg5, Enrico Mentana) nel tentativo di convincere la famiglia a pagare il riscatto. Soffiantini venne liberato il 9 febbraio 1998 a Impruneta, dopo il pagamento in dollari di una somma equivalente a 5 miliardi di lire.