Prodotti "senza" e "arricchiti di": vendite a quasi 9 mld nel 2017

Cronaca
Cereali, fra i prodotti arricchiti più noti (Getty Images)
Cereali-GettyImages

Secondo i dati dell'Osservatorio Immagino Nielsen gs1 Italy gli alimenti "rich-in" e "free-from" sono sempre più popolari fra i consumatori

Arricchiti di qualcosa o privi di qualche cos'altro: sono i prodotti "rich-in" e "free-from", una tendenza sempre più diffusa sugli scaffali del supermercato. Stando ai dati del secondo Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, attento alle abitudini di consumo degli italiani, il giro d'affari complessivo di queste due categorie arriva a 8,7 miliardi di euro ed è in crescita.

Più apprezzati i "free from"

Nel dettaglio sono i prodotti pubblicizzati come "liberi da", i più popolari: si tratta degli alimenti etichettati con diciture come "senza sale" o "senza conservanti". Questa categoria ha un giro d'affari da 6,5 miliardi di euro, in crescita annuale del 3,1%. Va precisato, tuttavia, che sono i prodotti arricchiti (ad esempio: latte con Omega 3 o cereali con vitamine) ad aver messo a segno il maggior avanzamento annuo nelle vendite. Con un totale di 2,2 miliardi di giro d'affari, l'incremento è stato del 9,8%.

Le etichette più popolari

Fra i 46.600 prodotti alimentari monitorati dall'Osservatorio, le etichette free-from più popolari sono: "senza conservanti" e "senza coloranti", seguite, in ordine al volume di vendita realizzato, da "senza olio di palma". E' proprio quest'ultima dicitura quella che ha segnato il maggior incremento delle vendite nell'ultimo anno, con un balzo del 17,6%, segno del progressivo allontanamento dei consumatori da questo grasso. Crescono del 7,2% anche le vendite dei prodotti "senza sale" o a "ridotto contenuto di sale".

Gli “arricchiti” più popolari

Nel corso dell'ultimo anno i prodotti "rich-in", che hanno realizzato i migliori incrementi nelle vendite sono stati gli "integrali" (+14,2%), i "ricchi di calcio" (+10,1%), di Omega 3 (+9,2%) e di fibre (+5,3%). Registrano un segno negativo solo i cibi ricchi o arricchiti di ferro (-3,9%), mentre restano pressoché stabili i prodotti vitaminizzati (+0,3%). In totale i prodotti arricchiti sono circa l'8% del totale del campione monitorato.

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