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Omicidio via Brioschi a Milano, "Jessica ha provato a difendersi"

Cronaca
La vittima è stata accoltellata in un appartamento nella zona Sud di Milano (Fotogramma)

La 19enne è stata ritrovata senza vita nell' appartamento del tranviere di 39 anni finito in manette. L'uomo è sorvegliato a vista nel carcere di San Vittore

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E' stato interrogato fino a notte fonda per poi essere trasferito a San Vittore, dove è sorvegliato a vista, Alessandro Garlaschi, tranviere di 39 anni, accusato dell'omicidio di Jessica Valentina Faoro, la 19enne ritrovata senza vita il 7 febbraio nell'appartamento dell'uomo in via Brioschi a Milano. L'uomo ha raccontato alla pm Cristina Roveda che prima di morire Jessica ha cercato di difendersi ma io "ho rigirato il coltello" che aveva in mano contro di lei e "l'ho colpita allo stomaco".

La versione dell'uomo

"Abbiamo avuto una banale discussione, lei mi ha ferito con coltello, l'ho disarmata e l'ho colpita". Questa è la versione fornita agli investigatori da Alessandro Garlaschi. Secondo il 39enne, dunque, non vi sarebbe stato nessun approccio sessuale respinto, ma un litigio per futili motivi poi degenerato. Gli agenti della Squadra mobile sottolineano che si tratta di un'unica versione, impossibile da verificare. Garlaschi ha alcune ferite alle mani, medicate dal 118 all'arrivo dei paramedici. Spetterà a una perizia stabilire se si tratti di tagli da difesa oppure se l'uomo se li sia procurati durante l'aggressione.

Nessun ruolo per la moglie

Non ha avuto alcun ruolo nell'omicidio di Jessica Faoro - invece - la moglie di Garlaschi. Dopo ore di confronto in questura con il pm e il capo della Squadra Mobile, Lorenzo Bucossi, la donna sarebbe risultata estranea all'omicidio. Poche ore prima dell' aggressione è uscita da casa per andare a dormire dalla madre. L'indomani, intorno alle 6, Garlaschi ha chiamato gli uffici Atm per comunicare che non sarebbe andato a lavoro perché ammalato e successivamente ha riportato a casa la moglie e la suocera, raccontando a entrambe l'accaduto, prima di avvisare l'avvocato, un collega sindacalista, il 118 e la polizia.

L'annuncio su Facebook

La moglie di Garlaschi viene descritta come una donna remissiva, disposta a chiudere un occhio sulle attenzioni del marito nei confronti delle altre donne. Per questo motivo, ipotizzano gli investigatori, la sera dell'omicidio lo avrebbe lasciato da solo in casa con Jessica. La ragazza, con un passato famigliare tumultuoso, era arrivata nell'appartamento di Garlaschi rispondendo un annuncio su Facebook in cui offriva un posto letto in cambio dell'aiuto per fare le iniezioni di insulina. Il fatto che il padre fosse anche lui dipendente Atm sarebbe solo una coincidenza.

I precedenti e i sospetti

I due (una coppia "schiva e scostante", secondo i vicini) vivevano da anni nel condominio, proprietà di una cooperativa di tranvieri, ma si erano trasferiti da poco nell'alloggio della tragedia, dopo i problemi sorti con una vicina: una collega che l'uomo aveva importunato fino a costringerla a denunciarlo per stalking. L'uomo in passato sarebbe stato allontanato dalla Atm, l'azienda di trasporti milanese, per le intemperanze e poi reintegrato. Con alcuni conoscenti, l'uomo si era vantato di quella giovane dagli occhi blu e dai capelli biondi che faceva le pulizie in casa sua. "Mi aveva fatto vedere le foto di Jessica sul cellulare, diceva che li aiutava a stirare le camicie. In un certo senso se ne vantava - ha raccontato un collega - Le foto erano normali, ma prima di lei c'era un'altra ragazza, molto giovane, che stirava in topless. Non mi sembra una cosa comune".

Manca l'arma del delitto

Jessica Foaro era arrivata una decina di giorni fa da una comunità per ragazze madri, dopo avere partorito un bimbo che aveva deciso di dare in adozione. Nonostante i passi avanti delle indagini, restano numerosi punti oscuri. Il riserbo degli inquirenti è massimo anche su un altro particolare, quello secondo cui l'uomo avrebbe tentato di disfarsi del cadavere. Per tutto il giorno la Polizia Scientifica ha fatto la spola tra la palazzina e il locale pattumiera, al centro del cortile, dove probabilmente l'assassino ha provato a nascondere anche l'arma del delitto, un coltello, che non è ancora stato trovato.