Truffa da 2 milioni con false riviste forze dell'ordine: 18 arresti

Cronaca
L'operazione dei finanzieri ha portato allo smantellamento dell'associazione a delinquere che truffava soprattutto gli anziani (Fotogramma)
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Le persone finite in manette tra le province di Monza e Milano, nell'ambito dell'inchiesta "Safe Magazine" della Guardia di finanza, costringevano anziani a pagare per abbonamenti a pubblicazioni inesistenti

Un tentativo di truffa ormai consolidato che si ripete in tutta Italia, da Nord a Sud. Cambiano gli attori ma la proposta, spesso fatta al telefono, è sempre la stessa: l'acquisto di un abbonamento a una (falsa) rivista delle forze dell'ordine. Per questo motivo, anche martedì 6 febbraio, sono state arrestate diciotto persone residenti tra la provincia di Monza e Milano: un'organizzazione criminale che avrebbe raccolto illecitamente circa due milioni di euro.

L'inchiesta "Safe Magazine" delle Fiamme gialle

A eseguire le misure cautelari emesse dal gip di Monza sono stati i militari della Guardia di finanza dello stesso capoluogo brianzolo. Otto le persone finite in carcere mentre dieci sono ai domiciliari. Le accuse nei loro confronti vanno dall'associazione a delinquere finalizzata alla truffa al trasferimento fraudolento di valori, oltre a riciclaggio e autoriciclaggio. L'inchiesta delle Fiamme gialle, chiamata "Safe Magazine", che ha smantellato l'organizzazione criminale, era scattata a novembre 2015 dopo la denuncia fatta da un sessantenne ai finanzieri di Ivrea, nel Torinese. L'uomo denunciava di essere stato indotto da un sedicente avvocato, con continue telefonate, a pagare attraverso bonifici circa ottomila euro, per saldare debiti inesistenti relativi ad abbonamenti a (false) riviste riconducibili alle forze dell'ordine.

Truffe per circa due milioni, basi a Brugherio e Cologno

Con questo modus operandi  l'organizzazione ha truffato centinaia di persone (per lo più anziani e diversamente abili), arrivando ad accumulare circa due milioni di euro tra il 2015 e il 2016. Dalla denuncia del sessantenne piemontese erano scattati i primi accertamenti, che – come riportano le agenzie di stampa – avevano portato a scoprire come le basi operative dei truffatori si trovassero a Brugherio (Monza-Brianza) e a Cologno Monzese, nel Milanese. Per questo motivo, il fascicolo è stato trasmesso alla Procura Monza.

Il caso eclatante di una signora ultraottantenne

Secondo quanto portato alla luce dai finanzieri, i membri dell'associazione a delinquere si spacciavano con i "clienti" per avvocati, giudici, ufficiali giudiziari, funzionari dell'Agenzia delle entrate e anche per appartenenti alla Guardia di finanza. I numeri telefonici delle vittime venivano "acquistati" illecitamente da dipendenti di imprese che operano nel settore dell'editoria e della distribuzione di riviste. Tra i casi più eclatanti, un raggiro ai danni di una ultraottantenne di Milano, che in un solo anno è arrivata a versare ai truffatori circa 150mila euro.  

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