Droga e prostituzione nel Nord Italia: oltre 50 arresti

Cronaca

Impegnate le squadre mobili di Milano, Bologna e Lecco, perquisizioni in una decina di città. Nel capoluogo emiliano sgominate due organizzazioni che gestivano il traffico di cocaina e hashish, a Milano in manette una banda di albanesi  

Più di cinquanta persone sono finite in manette nel corso di tre operazioni di polizia scattate all'alba di mercoledì 31 gennaio in diverse città del Nord Italia. Gli arrestati – 25 solo a Milano – sono accusati di traffico di droga e sfruttamento della prostituzione. Due le associazioni dedite al narcotraffico, che operavano "come aziende", scoperte dagli agenti della Questura di Bologna.

Impegnati in totale 150 agenti

Oltre alle squadre mobili dei capoluoghi emiliano e lombardo, impegnata nelle operazioni anche la polizia di Stato di Lecco. Eseguite perquisizioni in una decina di città, con circa 150 agenti – tra uomini e donne – impegnati. Secondo le informazioni diffuse dalle agenzie di stampa, 21 degli arresti sono stati eseguiti nel capoluogo emiliano per traffico internazionale di stupefacenti, mentre a Milano sono stati arrestati 25 cittadini albanesi. 

Due le bande sgominate a Bologna

A Bologna, la polizia – nell'ambito dell'operazione denominata "Rexton", dal nome della macchina di grossa cilindrata di uno degli indagati – ha sgominato due organizzazioni distinte, composte l'una da cittadini di origine marocchina e l'altra da albanesi, che gestivano il traffico di cocaina e hashish. Droga che, importata da Olanda e Marocco (attraverso la Spagna), veniva poi venduta, oltre che in Emilia Romagna, anche nel Lazio. A occuparsi dello stoccaggio in quest'ultima regione era un 60enne romano, fermato in un casolare ad Aprilia: è l'unico italiano tra le persone finite in manette. Le altre, bloccate in diversi centri (tra Sasso Marconi, Reggio Emilia, Modena, Ravenna, Venezia e Roma) sono undici marocchini – membri della banda che si occupava dell'hashish, con base a Bologna, in via Zanardi – e nove albanesi, "specializzati" in cocaina e con base a Castellarano, nel Reggiano. L'indagine, partita alla fine del 2015, ha portato anche al sequestro di circa 1.200 kg di hascish e 22 di cocaina. Colpita la rete di primo e secondo livello, in contatto diretto con i fornitori, fino ai grandi distributori.

Come funzionavano le organizzazioni

La droga, dopo essere arrivata a destinazione, viaggiava sulla via Emilia con scambi regolari tra le due bande, che secondo gli inquirenti "operavano come una vera e propria azienda", anche a livello di disponibilità economiche. "Tra le organizzazioni – spiega, citato dalle agenzie di stampa, il capo della squadra mobile di Bologna Luca Armeni – vi era un rapporto di mutua assistenza. Non c'erano momenti di stop tra l'ordine e il pagamento del materiale". Per comunicare, i trafficanti utilizzavano un linguaggio criptato, decifrato dagli investigatori della sezione antidroga: la maggior parte degli appuntamenti venivano fissati nel corso di incontri, mentre rare e veloci erano le comunicazioni al telefono. I panetti di hashish, di cui arrivavano anche 300 chili a settimana (di cocaina ne arrivavano invece tra i 25 e i 30 kg), erano contraddistinti da nomi che – come spiega Armeni – "consentivano di capire sia l'origine sia la destinazione finale". C'erano "Rolex", di migliore qualità, "Dubai" e "Roma", più adatte allo spaccio nel Centro Italia, e persino con il nome di una compagnia aerea.

Droga e prostituzione, 25 arresti a Milano  

La mobile della Questura di Milano, con la collaborazione di personale di polizia di Firenze, Como, Ascoli Piceno e Monza, ha invece arrestato 25 cittadini albanesi e sequestrato denaro contante per un totale di circa 37mila euro. Le indagini dell'operazione denominata "Mercante in Fier" (dalla cittadina albanese – Fier, appunto – da cui provengono gli indagati) hanno portato alla luce le responsabilità degli arrestati per i reati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, i cui ricavi venivano poi investiti nell'acquisto di cocaina ed eroina da spacciare. Anche in questo caso, le indagini erano partite circa tre anni fa: episodio scatenante, l'auto di una prostituta bruciata, da cui è emersa la dinamica che vede i gruppi criminali romeni sottostare a quelli albanesi nella "gestione" della prostituzione in città. Trentacinque in totale le ragazze, di origini albanesi e romene, coinvolte nello sfruttamento e portate in Italia spesso con la falsa promessa di un lavoro.  

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