Ema: sede Amsterdam è in ritardo. E il Governo italiano valuta ricorso

Cronaca
Milano ha perso la sede dell'Ema a favore di Amsterdam dopo il lancio di una monetina (archivio Fotogramma)

Lo ha detto il direttore generale Guido Rasi precisando che la nuova sede non sarà pronta prima di Brexit, il 30 marzo 2019. Fonti di Palazzo Chigi hanno fatto sapere che il governo intraprenderà ogni opportuna iniziativa perché l'Ue riconsideri l'assegnazione

Il trasferimento dell'Ema da Londra ad Amsterdam a causa di Brexit, sta creando qualche problema logistico e organizzativo ai vertici e ai dipendenti dell'Agenzia europea del farmaco. Lo ha dichiarato Guido Rasi, direttore esecutivo dell'ente che lo scorso novembre è stato assegnato alla capitale olandese dopo un sorteggio che ha visto sconfitta la candidatura di Milano. Nella serata del 29 gennaio, fonti di Palazzo Chigi hanno fatto sapere che il governo intraprenderà ogni opportuna iniziativa presso la commissione europea e le istituzioni comunitarie competenti affinché venga riconsiderata l'ipotesi di una sede italiana.

Strutture olandesi non adeguate

La posizione dell'Ema è stata resa nota da Rasi nel corso di una conferenza stampa congiunta con le autorità olandesi, tenutasi nella tarda mattinata del 29 gennaio all'Aia. Davanti ai giornalisti il dirigente ha spiegato che l'edificio definitivo che dovrà accogliere il personale dell'Ema non sarà pronto per la data ufficiale di Brexit, il 30 marzo 2019. "Quindi – ha detto Rasi – dovremo prima trasferirci in locali temporanei nella città e poi nell'edificio finale. Questo doppio trasferimento ci costringerà a investire più risorse e prolungherà la nostra modalità di pianificazione della continuità operativa, il che significa che ci vorrà più tempo per tornare alle nostre normali operazioni". Durante l'incontro all'Aia Rasi ha inoltre precisato che durante le scorse settimane si sono tenute ampie discussioni sulla selezione di un edificio temporaneo che accogliesse l'agenzia. Incontri in cui entrambe le parti hanno convenuto che gli edifici inizialmente proposti non erano pienamente adatti allo scopo e che, pertanto, i partner olandesi avrebbero dovuto trovare un'altra opzione.

L'ok per Amsterdam dall'80% dei dipendenti

La scelta a cui si è arrivati – ha detto Rasi – ha richiesto più tempo del previsto, ma "sono lieto che ora abbiamo trovato una soluzione. Tuttavia avremo solo la metà dello spazio rispetto alla nostra sede attuale a Londra". Il direttore generale ha inoltre annunciato che durante la messa in atto della soluzione temporanea, per le riunioni dell'agenzia dovranno essere usate anche strutture esterne e che solo alcuni incontri scientifici potranno essere ospitati dalla struttura provvisoria. Problemi logistici che non sembrano avere intaccato il parere favorevole del personale dell'agenzia di passaggio da Londra ad Amsterdam. Sempre Rasi ha aggiunto che "in un'indagine condotta lo scorso anno, oltre l'80% dei nostri 900 dipendenti ha dichiarato che sarebbe stato disposto a trasferirsi con l'Agenzia ad Amsterdam". "Nonostante questo, una cosa è chiara – ha concluso il direttore – il trasferimento fisico dell'Ema in un nuovo paese ospitante è la più grande sfida che l'Ema abbia mai dovuto affrontare sin dalla sua istituzione. Spostare una grande organizzazione come l'Ema in una nuova posizione è un'impresa complessa in qualsiasi circostanza. È ciò è reso ancora più difficile dall'ambiziosa linea temporale che ci viene data".

Maroni: "Amsterdam non è pronta? Portatela a Milano"

Intanto da Milano c'è chi prova a rimettere in corsa l'Italia. È il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, che in un post su facebook ha ribadito che l'edificio milanese è "pronto e disponibile". "Ma come, Amsterdam non è pronta? Ci hanno presi in giro? Sulla salute dei cittadini non si può scherzare – ha osservato Maroni – cara commissione Ue, riporta Ema a Milano, subito: il Pirellone è pronto e disponibile".

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