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"Giovani padani" bruciano fantoccio Boldrini. Lei: "Salvini si scusi"

Cronaca
La foto del falò, ripresa dall'Ansa, era stata pubblicata sulla pagina Facebook della Lega Nord Busto Arsizio

A Busto Arsizio, Varese, durante la festa in onore della “Gioeubia” sono stati bruciati anche altri manichini, come quello di Trump e Gentiloni. La presidente della Camera chiede le scuse del leader leghista e denuncia: "Le parole d'odio non sono mai solo parole"

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Un fantoccio che raffigurava la presidente della Camera Laura Boldrini, con tanto di fotografia accompagnata da slogan contro le politiche migratorie, è stato incendiato a Busto Arsizio, in provincia di Varese. A dare alle fiamme il manichino, bruciato in piazza insieme ad altri, sarebbero stati esponenti del “Movimento giovani padani”. Il "falò" era anche stato annunciato su Fb ma il "Movimento giovani padani" ha poi preso le distanze dal gesto. In seguito all'episodio, la stessa Laura Boldrini ha parlato del gesto sul suo profilo Facebook: "Le parole d'odio non sono mai soltanto parole. È arrivato il momento che Salvini chieda scusa".

"Salvini chieda scusa. Non a me, non ne sarebbe capace"

"I 'giovani padani' mi hanno data alle fiamme ieri: hanno incendiato il mio fantoccio in piazza, a Busto Arsizio.Questo dimostra che le parole d'odio non sono mai solo parole, ma si trasformano in gesti deprecabili e possono innescare una spirale ancora più pericolosa", scrive Laura Boldrini su Facebook. Poi aggiunge: "È arrivato il momento che Matteo Salvini chieda scusa. Non a me, non ne sarebbe capace. Ma almeno ai cittadini di Busto Arsizio e a tutti gli italiani per la pessima figura che sta facendo fare al nostro Paese". 

Bruciati anche i fantocci di Trump e Gentiloni

“Gioeubia 2018! Vi aspettiamo questa sera dalle 19 per il falò e risottata in centro!”, avevano scritto giovedì i Giovani padani sulla loro pagina Facebook. La “Gioeubia” è una ricorrenza popolare del Nord Italia durante la quale si brucia un fantoccio - che nei secoli ha assunto le sembianze di una strega - in segno di buon auspicio. I Giovani Padani avevano anche postato le immagini, poi rimosse, dei preparativi in vista del falò. Accanto al fantoccio raffigurante Laura Boldrini, in piazza sono stati dati alle fiamme anche altri, come quello del presidente americano Donald Trump e del presidente del consiglio italiano Paolo Gentiloni. Non è ancora chiaro chi abbia realizzato questi due manichini. Anche le foto del falò, pubblicate sulla pagina Facebook “Lega Nord Busto Arsizio”, sono poi state cancellate.

La presa di distanza

Il coordinamento federale del Movimento giovani padani, più tardi, si è dissociato “nella maniera più assoluta”. “Il Movimento – recita una nota – contrasta le pessime politiche del governo con la sola forza delle idee, non con atti di violenza. Il coordinamento, preso atto di quanto accaduto, provvederà a emanare provvedimenti disciplinari verso i responsabili”.

Le polemiche

Il falò, comunque, ha sollevato diverse polemiche. Il segretario della Lega Matteo Salvini, parlando a Radio Capital, ha definito l’episodio “una sciocchezza”. “Ho chiesto il perché e mi hanno risposto che lì c'è l'usanza legata all'anno nuovo. Il fuoco può essere tradizione, ma bruciare è un'idiozia”, ha detto. Ma il deputato del Pd Emanuele Fiano non scusa il leader del Carroccio. “È quello che ha portato su un palco della Lega la bambola gonfiabile rappresentante Laura Boldrini. È lui che ha iniziato questo travisamento del rapporto con gli avversari e l'uso di simboli e di parole di guerra nel dibattito politico. È un pericolo”, ha detto a Radio Popolare. Una condanna è arrivata anche da Roberto Speranza, coordinatore di Mdp - Liberi e Uguali: ha parlato di “gesto indegno e vergognoso” e ha espresso solidarietà a Boldrini. “Ormai sta diventando inquietante la violenza simbolica e verbale che il centrodestra, e in particolare la Lega, esercitano nei confronti di Laura Boldrini”, ha aggiunto Stefano Fassina, deputato di Si e esponente di LeU. Quel gesto, ha sottolineato, “non è una sciocchezza, come sminuisce Salvini, ma il prodotto di un clima politico che la Lega porta avanti da tempo. Questi metodi ricordano tempi bui, fermiamoli”.

La difesa

Nel dibattito è intervenuto anche Francesco Enrico Speroni, segretario Lega Nord di Busto Arsizio, che ha giustificato così quanto successo: “Il rogo non è inteso come forma di protesta, né va interpretato come un atto per offendere, denigrare o, peggio, istigare alla violenza. Ogni anno facciamo il rogo in piazza e bruciamo fantocci di personaggi della politica, compreso quello del sindaco. Qui è tradizione, nel giorno della Giöbia, affiancare al fantoccio della 'vecchia' altri fantocci che rappresentano personaggi della vita sociale e politica della città. Sono esposti in piazza per tutto il giorno e bruciati la sera”. Il segretario leghista ha spiegato che “il fuoco è appiccato dal sindaco, non da chi ha allestito i fantocci, in un'atmosfera di allegria e non di rabbia”. Speroni ha aggiunto che “negli anni sono stati raffigurati anche Renzi, Boschi, Fornero, Gentiloni, Trump, il sindaco. Nessuno ha mai protestato come in questa occasione. L'episodio è stato strumentalizzato da chi, giocando sulla mancata conoscenza di chi è esterno alla città, ha voluto speculare trasformando un momento di festa popolare in evento di lotta politico-elettorale”.