Stragi del terrorismo, parenti vittime: "Desecretazione insufficiente"
CronacaLe associazioni dei familiari presentano “10 proposte per rendere realmente efficace la direttiva Renzi”, che nel 2014 dispose per tutte le amministrazioni l'invio all'Archivio Centrale dello Stato della documentazione in loro possesso: "Chiediamo completa chiarezza"
Le 10 proposte dei familiari delle vittime
La direttiva Renzi del 2014 fu accolta con favore dai familiari delle vittime del terrorismo: “Ci sembrava meritorio questo passo”, spiega Daria Bonfietti, presidente dell'associazione dei parenti delle vittime di Ustica, che ha presentato le 10 richieste insieme a Paolo Bolognesi. Ma le associazioni, insoddisfatte dei progressi fatti finora nella desecretazione, ora spiegano: “Ci vuole una forte volontà politica di andare avanti”. Tra le 10 proposte delle associazioni ci sono la costituzione di un osservatorio, la possibilità di delegare referenti nei vari ministeri, di aprire gli archivi periferici e quelli di Camera e Senato, digitalizzare gli atti e versare anche i documenti sulle strutture segrete ed eversive. "Non c'è materiale - spiega Bonfietti - che non sia già stato dato alla magistratura, materiale noto. Non è possibile che non vi sia null'altro. Vogliamo che si senta la responsabilità di trovare queste carte”.
"Alcuni archivi non esistono più"
"Abbiamo anche scoperto che alcuni archivi non esistono più. Chiediamo completa chiarezza”, spiega Bolognesi. "Se i documenti sono spariti è un reato", aggiunge Ilaria Moroni, che coordina la Rete degli archivi per non dimenticare. In alcuni casi è stata riversata nell'Archivio una mole di materiale infruttuoso, pagine e pagine di articoli di giornale. Invece atti, registri, comunicazioni potenzialmente interessanti non ci sono, denunciano le associazioni. Nel caso di Ustica, manca qualsiasi materiale della Marina dal 1980 all'86, mancano tasselli importanti del ministero dei Trasporti, che nell'immediatezza nominò una commissione ministeriale. Per tutte le stragi sarebbe molto importante la documentazione periferica del ministero dell'Interno, delle questure e delle prefetture. “Questa desecretazione deve servire per scrivere meglio la storia di questo Paese. Non pensavamo di trovare una pistola fumante, ma che fosse possibile mettere insieme i pezzi dei vari puzzle per scrivere correttamente la storia. Questo compito non può essere dei parenti delle vittime”, conclude Bonfietti.