Neve sulle Alpi, Cervinia isolata e turisti bloccati. Allarme valanghe

Cronaca

In città ci sarebbero ancora 10mila vacanzieri. La combinazione tra nevicate, vento e il rialzo termico rende instabile il manto nevoso e aumenta la minaccia di slavine. L’allerta è di quarto grado in parte del Piemonte e Valle d’Aosta, di terzo in Trentino Alto Adige

Due metri di neve, città isolata per tutta la notte e 10mila turisti bloccati: è questa la situazione attuale a Cervinia, in Val d’Aosta, dopo le fortissime nevicate che hanno interessato le Alpi. E su quasi tutta la catena montuosa è alto l’allarme valanghe: L’allerta va da “marcata” a “forte” in diverse regioni, come Valle d’Aosta, Piemonte e Trentino Alto Adige.

Chiusa strada per Cervinia

In Valle d’Aosta il pericolo valanghe è pari a 4 (“forte”) nelle vallate di Rhemes, Valgrisenche, Valdigne, Gran San Bernardo, Valpelline e alta Valtournenche. Nel resto del territorio è 3 (“marcato”). Alcune grandi valanghe di neve umida, generate dal rialzo termico, si sono staccate in diverse zone. A causa di due valanghe è stata chiusa al traffico la strada regionale che collega Valtournenche a Breuil-Cervinia. La strada rimarrà chiusa tutta la notte. Fino alle 17 è stata possibile la discesa verso valle, soprattutto dei turisti che dovevano rientrare a casa: sarebbero circa 10mila quelli ancora in città.
La protezione civile consiglia di "evitare di stare all'aperto se non strettamente necessario", scrive su Facebook la società Cervino spa che gestisce gli impianti di risalita. Lungo il tratto di strada che è stato chiuso sono scese due slavine, una delle quali ha raggiunto la carreggiata. Una colata, di piccole dimensioni, è caduta vicino a un albergo a Cervinia, senza provocare danni. Altri distacchi sono stati segnalati all'ufficio neve e valanghe della Regione a Valsavarenche (località Rovenaud), Ayas (versante est dello Zerbion), a Rhemes (zona Chevreres) e a Oyace (oltre alla slavina caduta sulla strada al confine con Bionaz).

Livello “marcato” in Trentino Alto Adige

Pericolo di valanghe “marcato” (di grado 3 sulla scala da 1 a 5), invece, in Trentino Alto Adige. Le zone più critiche, in Alto Adige, rimangono quelle della cresta di confine e della Alta Val Venosta occidentale, dove ieri sono morte una donna e la figlia 11enne. Il distacco spontaneo di valanghe (anche di grandi dimensioni) è tutt'ora possibile, con un aumento della probabilità nell'arco della giornata. La neve fresca e quella ventata non si sono legate bene con il manto sottostante, cosa che può provocare il distacco già con debole sovraccarico. Con l'aumento della quota aumentano anche le zone di pericolo e la loro fragilità. Nel resto del territorio la situazione è, in virtù dei minori apporti di neve fresca, leggermente migliore ma sempre non da sottovalutare. Le escursioni, ricordano gli esperti, richiedono grande esperienza, prudenza e capacità di valutazione del pericolo.

Rischio “forte” in Piemonte

L’allarme per due giorni è “forte” (quarto livello della scala che arriva a 5) su metà del Piemonte, dalla valle di Susa alle Alpi Lepontine. A diffondere l’allerta è Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale). A tutte le esposizioni dei versanti, spiega il bollettino, sarà possibile il distacco spontaneo di valanghe, anche di grandi dimensioni. E il passaggio anche di un singolo sciatore fuoripista potrebbe provocare il distacco di altre masse di neve. Il rischio è basso soltanto sulle Alpi Liguri.

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