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Rubati gioielli da mostra dei Maharaja al Palazzo Ducale di Venezia

Cronaca
Alcuni gioielli esposti alla mostra “Tesori dei Maharaja” al Ducale di Venezia (Foto: Palazzo Ducale)

La refurtiva faceva parte dell'esposizione "Tesori dei Moghul e dei Maharaja", che raccoglie 270 tra gemme e preziosi indiani dal XVI al XX secolo. Ad aprire la teca sarebbero state due persone. Il valore reale degli oggetti scomparsi ammonterebbe a milioni di euro 

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Alcuni gioielli della mostra "Tesori dei Moghul e dei Maharaja", ospitata a Palazzo Ducale a Venezia, sono stati rubati da una teca questa mattina, mercoledì 3 gennaio. L'allarme è scattato intorno alle 10.00 e sul posto è intervenuta subito la polizia. La mostra, ospitata nella sala dello Scrutinio, era stata allestita per la prima volta in Italia: si tratta di una raccolta di circa 270 tra gemme e gioielli indiani dal XVI al XX secolo appartenenti alla collezione Al Thani. La Procura di Venezia ha aperto un fascicolo contro ignoti per il reato di furto. Il valore stimato dei gioielli sottratti è di 30mila euro ma il valore reale, che potrà essere confermato solo dalla proprietà, "potrebbe essere di qualche milione di euro", ha spiegato la Questura di Venezia. Secondo il questore vicario potrebbe esserci stato un sopralluogo per studiare il colpo.

Oggetti rubati "di valore marginale"

Gli oggetti rubati oggi a Palazzo Ducale "sono di recente fattura e di valore marginale rispetto agli altri gioielli di maggiore valore storico esposti". Lo precisa la Fondazione Musei Civici di Venezia a proposito del furto di due oggetti della collezione Al Thani.

Due i presunti ladri

Secondo le prime informazioni, a forzare la teca sarebbero state due persone: una avrebbe agito direttamente mentre l'altra l'avrebbe coperta. È quanto emergerebbe dalle riprese della video sorveglianza che mostrerebbero come il ladro, una volta aperta la teca, ha preso, infilandosi il tutto in tasca, una spilla in oro e un paio di orecchini. È stato inoltre accertato che il sistema d'allarme ha funzionato ma che la reazione della sorveglianza, complice il numero delle sale e il fatto che gli autori del furto si siano mescolati alla folla, non è riuscita a intercettare i malviventi.

Il valore dei gioielli sarebbe di "milioni di euro"

I gioielli sottratti hanno un valore doganale dichiarato di 30mila euro ma il valore reale, che potrà essere confermato solo dalla proprietà, "potrebbe essere di qualche milione di euro", secondo la Questura lagunare, che conferma che ad essere sottratti sono stati un paio di orecchini e una spilla. Secondo gli investigatori, i gioielli sono molto difficili da smerciare al mercato nero perché troppo conosciuti. L'ipotesi è quindi che dai ladri possano essere tolte ai monili le pietre preziose per essere vendute separatamente.

"Aperta la teca come se fosse una scatoletta"

Una volta accertato il furto, sono stati chiamati gli esperti della polizia di Roma per indagare sull'episodio. A renderlo noto il Questore Vito Gagliardi che sottolinea che è indispensabile capire "cosa non ha funzionato" e perché è "stata aperta una teca come fosse una scatoletta mentre l'allarme, se ha funzionato, è partito con ritardo". I gioielli sottratti non sarebbero tra i "pezzi forti" della rassegna e le loro fotografie sono già state inviate a Londra, dai gestori degli stessi, per l'identificazione e la quantificazione del valore.

"Probabilmente non è stato un gesto estemporaneo"

Secondo il questore vicario di Venezia Marco Odorisio, “probabilmente non è un gesto estemporaneo: pensiamo che ci possa essere stato un sopralluogo. Le teche dovevano essere inaccessibili e proprio per questo dobbiamo capire i punti di debolezza per poter valutare come i ladri abbiano potuto commettere il furto". Aggiunge Odorisio che "ci sono tanti tasselli da mettere in ordine, intanto è scattata un'azione ad ampio raggio con l'impiego della squadra mobile e dello Sco (Servizio centrale operativo, ndr) di Roma". "L'indagine", ha concluso Odorisio, "è un classico mosaico, dobbiamo partire dai particolari per poi allargarci e risalire a chi ha commesso il furto. È prematuro parlare di autori italiani o stranieri stiamo visionando anche per questo le telecamere".