Bambina non vaccinata esclusa da asili, respinto ricorso dei genitori
CronacaLa figlia non era stata ammessa ai nidi di Carpi e Correggio perché non era stata sottoposta alle profilassi obbligatorie. Il padre e la madre avevano presentato un'azione civile additando la legge come discriminatoria
Il tribunale di Reggio Emilia, con una delle prime pronunce sul tema, ha respinto il ricorso presentato dai genitori di una bambina che era stata esclusa dagli asili nido di Carpi, in provincia di Modena, e Correggio (Reggio Emilia) perché non era stata vaccinata.
Il ricorso per discriminazione
Il padre e la madre, che avevano deciso di esercitare l'obiezione di coscienza non vaccinando la bambina, avevano presentato un'azione civile sostenendo il carattere discriminatorio della legge regionale dell'Emilia-Romagna che ha reso obbligatori i vaccini anche per l'iscrizione al nido.
Le motivazioni della sentenza
Nel comportamento delle amministrazioni comunali e della Regione, si legge nelle motivazioni della sentenza del Tribunale, diffuse dal Comune di Carpi, non è stato rilevato "nessun atteggiamento discriminatorio”. Inoltre, si legge, non hanno alcun valore “le considerazioni dei ricorrenti secondo cui al momento non vi sarebbe una emergenza sanitaria da rischio epidemico tale da giustificare le misure adottate dal legislatore e, di conseguenza, dalla pubblica amministrazione", perché si tratta di "affermazioni prive di qualsiasi fondamento, fattuale e scientifico" e "se anche fosse vero che al momento la copertura vaccinale è superiore alla soglia 'critica', questo altro non sarebbe che un effetto virtuoso dell'obbligatorietà delle vaccinazioni. Il che depone, a maggior ragione, per l'infondatezza della tesi dei ricorrenti". Quanto alla disparità di trattamento tra i bambini sotto i sei anni e i bambini di età superiore, anche in questo caso "la stessa appare del tutto rispondente ai principi di proporzionalità e ragionevolezza, in quanto giustificata dal fatto - notorio e non smentito dalle prospettazioni dei ricorrenti - per cui i rischi di contagio più elevati si registrano tra i bambini che frequentano, per l'appunto, i servizi educativi per l'infanzia e le scuole dell'infanzia che comunque frequentino luoghi in cui vi sia la presenza contemporanea di bambini di più famiglie".