Avvelenati dal tallio: tracce in tisana a casa degli intossicati

Cronaca
L'ospedale di Desio dove sono state ricoverate le vittime da intossicazione da Tallio (Ansa)

È questo il risultato degli esami eseguiti a Torino sull’infuso trovato nell’abitazione della coppia di Nova Milanese ricoverata a novembre. La sostanza presente su “erbe da infuso”. In corso verifiche per trovare chi le avrebbe preparate

Tracce di tallio in quantità superiore alla soglia minima di sicurezza sono state trovate in una tisana campionata a casa di Alessio Palma, 83 anni, e Maria Lina Pedon, 81, i coniugi di Nova Milanese (Monza) ricoverati da metà novembre per avvelenamento.

I test in laboratorio

I due anziani sono gli ultimi due casi, in ordine di tempo, che si sono verificati all'interno della stessa famiglia, nella quale sono morte tre persone e cinque in totale sono finite in ospedale. La tisana contenuta in una terrina priva di marca e di indicazioni circa la provenienza, è stata 'campionata' dai tecnici dell'Agenzia tutela salute per la provincia di Monza e Brianza, nel corso dell'ultimo sopralluogo effettuato dai carabinieri di Nova Milanese. Gli esiti dei test, eseguiti a Torino all'Istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte Liguria e Valle d'Aosta, hanno evidenziato la positività al tallio di alcune "erbe da infuso" non di fabbricazione commerciale, su cui sono in corso verifiche per risalire a chi potrebbe averle preparate.

I precedenti in famiglia

Le due persone intossicate, Alessio Palma e Maria Lina Pedon, sono i suoceri di Domenico Del Zotto, di 55 anni. Quest'ultimo è figlio di Giovanni Battista Del Zotto e Maria Gioia Pittana, e fratello di Patrizia Del Zotto, le tre persone decedute all'inizio di ottobre a Desio proprio per avvelenamento da tallio. Erano poi state ricoverate in ospedale anche Laura Del Zotto, sorella di Patrizia e Domenico ed Enrico Ronchi (vedovo di Patrizia), oltre che la badante di famiglia, Serafina Pogliani. Erano stati tutti in vacanza nel cascinale di famiglia a Varmo (Udine), dove inizialmente si erano concentrate le indagini degli inquirenti. Si credeva infatti che il metallo pesante potesse trovarsi in qualche alimento o in alcuni escrementi animali all'interno della proprietà. 

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