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Morte dj Fabo, la madre in lacrime: "Gli ho detto 'Vai Fabiano'"

Cronaca
Carmen Carollo e Valeria Imbrogno, rispettivamente madre e compagna di dj Fabo (Foto Ansa)

Continua con le testimonianze dei familiari il processo a carico di Marco Cappato per l'aiuto al suicidio assistito di Fabiano Antoniani in Svizzera. In aula è intervenuta anche la compagna Valeria Imbrogno: "Mi disse di non sentirmi sconfitta, per lui era una vittoria"

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"Vai Fabiano, la mamma vuole che tu vada". Sono queste le ultime parole dette da Carmen Carollo a suo figlio Fabiano Antoniani, in arte dj Fabo, morto in Svizzera a fine febbraio con il suicidio assistito. La donna lo ha raccontato in lacrime nell'aula del Tribunale di Milano, dove è in corso il processo a carico di Marco Cappato, accusato di aiuto al suicidio per avere accompagnato Antoniani nella clinica vicino a Zurigo dove è morto. Carmen Carollo non è riuscita a trattenere le lacrime durante il suo racconto degli ultimi momenti prima che il figlio "schiacciasse" con la bocca il pulsante che avrebbe attivato la dose letale e posto fine alla sua vita. Già dopo l'incidente stradale, ha spiegato Carmen Carollo, quando seppe di essere diventato cieco, Fabo decise di "andare a morire" in Svizzera. "Non voleva morire soffocato interrompendo le cure", ha aggiunto. In aula ha parlato anche la fidanzata di dj Fabo, Valeria Imbrogno, che ha riportato le parole che il compagno le ha rivolto: “Non devi sentirti sconfitta, per me questa è una vittoria”. È intervenuto davanti ai giudici anche un infermiere che ha assistito dal 2015 dj Fabo: "Mi ha chiesto più volte di farla finita".

La mamma di dj Fabo: "La legge sul biotestamento venga approvata"

La madre di dj Fabo, Carmen Carollo, ha ripercorso in lacrime gli ultimi istanti di vita del figlio nella mattinata del 27 febbraio scorso: “Gli ho detto: vai Fabiano, la mamma vuole che tu vada”. Prima dell’inizio della sua audizione in aula, la donna ha spronato il Senato a mettere in calendario la legge sul fine vita: “Spero che questa sia la volta buona per l’approvazione della legge sul biotestamento. Mio figlio ha lottato tanto per questo”.

La testimonianza della fidanzata di dj Fabo

La pm Tiziana Siciliano, titolare dell’inchiesta a carico di Marco Cappato, ha ascoltato in aula anche la fidanzata di dj Fabo, Valeria Imbrogno, che ha raccontato in due ore di testimonianza gli ultimi anni di vita di Fabiano Antoniani. La donna, rispondendo alle domande dei pm e poi dei legali di Cappato, ha descritto quanto, sia prima che dopo l'incidente stradale che lo rese cieco e tetraplegico, Fabiano Antoniani "amasse la vita". E il fidanzato le aveva ribadito ancora una volta, prima di andare nella clinica svizzera dove avrebbe messo in atto il suicidio assistito, che per lui questa scelta era un successo: “Io stavo combattendo la ‘signora Morte’”, ha raccontato Imbrogno, “e sentivo che stava vincendo lei, ma Fabo mi disse: ‘Tu non devi sentirti sconfitta, per me questa è una vittoria’”. Con la battaglia "pubblica" Fabo si sentì di nuovo "vivo e utile" e fece anche lo "sciopero della fame" per non essere fermato. A lei disse anche: "Ora sarò energia nell'universo".

"Colloqui con Cappato meravigliosi"

Imbrogno ha raccontato che per dj Fabo la cosa più insopportabile era quella di non vedere più ("altrimenti credo non avrebbe deciso di morire"), ha parlato della "speranza" che ha avuto anche dopo l'incidente di tornare più vicino possibile alla vita che conduceva prima, quando in India provò la "terapia delle staminali" che poi non funzionò, e poi del periodo finale in cui decise di "mollare". Ha spiegato che gli venne prospettata anche dallo stesso Cappato la possibilità "italiana", ossia di interrompere le terapie e morire in questo modo, ma lui capì che si sarebbe "prolungata l'agonia, e poi in casa con sua madre, e lui voleva tutto tranne che soffrire ancora, perché sapeva che così sarebbe morto con un'agonia di 7-10 giorni". Imbrogno ha anche definito "meravigliosi i colloqui" tra il figlio e Cappato, "tra loro si era creato un rapporto di amicizia, parlavano di tante cose, gli parlava della sua musica, ed era diventato una persona molto importante per lui".

L'infermiere: "Mi ha chiesto più volte di farla finita"

In aula ha parlato anche un infermiere che ha assistito dal 2015 dj Fabo: "Mi ha chiesto più volte di aiutarlo a farla finita, mi diceva 'fai finta che hai lavorato male e la facciamo finita', mi diceva 'io non sono un bambino, sono un uomo, così sto male, mi sento di m....'". Così l'infermiere ha raccontato la disperazione della condizione del 40enne che in più di un'occasione, già due anni fa, gli chiese di aiutarlo a morire. "Ho assistito tante persone, ma la sua era una delle condizioni peggiori, gli altri almeno potevano mangiare o vedere", ha spiegato l'infermiere nella sua testimonianza. Dj Fabo, attaccato alle macchine per nutrirsi e respirare, come ha raccontato il teste, "mi diceva: sono stufo di questa vita, vedo nero quando vado a letto e mi sveglio e vedo ancora nero".