Barista suicida: indagine su pc, tablet e cellulari degli indagati

Cronaca
(Foto d'archivio Getty)
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La magistratura di Tempio Pausania è convinta che dall’esame dei contenuti dei supporti informatici dei tre ragazzi, sospettati di aver indotto la 22enne a uccidersi, possano arrivare risposte importanti

Dall'esame dei contenuti di pc, tablet e cellulari dei tre indagati potrebbero arrivare le prime risposte per chiarire se il suicidio della barista di 22 anni di Porto Torres, che si è tolta la vita nella notte tra il 4 e il 5 novembre, sia stato istigato da un video hard che lei temeva potesse essere divulgato. Il materiale è stato sequestrato in casa dei tre conoscenti della ragazza, ora iscritti nel registro degli indagati della Procura di Tempio Pausania. Per loro l’accusa è di istigazione al suicidio, tentata estorsione e diffamazione aggravata. Il filmato a luci rosse in questione è stato trovato in uno dei pc di proprietà di uno dei sospettati. Il procuratore di Tempio, Gianluigi Dettori, ha affidato l'incarico a un consulente per l'esame di tutti i supporti informatici sequestrati. A lui il compito di trovare eventuali tracce in chiaro, o eventualmente cancellate, che possano servire a fare luce sulla vicenda.

Minacce ed estorsioni

Secondo le ipotesi investigative, la ragazza avrebbe subito minacce, estorsioni, ricatti che avrebbero portata la giovane a togliersi la vita per paura che il video venisse diffuso. Non sembra comunque imminente l'interrogatorio dei tre indagati: il magistrato vorrebbe prima acquisire tutti gli elementi dai supporti informatici ora nelle mani degli specialisti. Nel frattempo, si prosegue sentendo tutte quelle persone che possono aver visto o sapere qualcosa sulla vicenda.

Aggressione mai denunciata

La giovane, pochi giorni prima di uccidersi nella notte, aveva raccontato di aver subito un'aggressione e di essere stata narcotizzata nella propria abitazione da un gruppo di persone che le avevano sottratto alcuni risparmi (circa mille euro). Una vicenda, mai denunciata formalmente, che ha assunto particolare importanza per quanto accaduto successivamente e su cui i carabinieri di Porto Torres e la procura di Sassari avevano aperto un'inchiesta.

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