Lettera del generale suicida: vittime Rigopiano pesano come macigno

Cronaca
Le macerie dell'Hotel Rigopiano, travolto da una slavina il 18 gennaio 2017 (Foto Ansa)

Il 58enne Guido Conti, che si è tolto la vita con un colpo di pistola a Sulmona, avrebbe scritto 3 missive: una alla famiglia, una alla sorella e una a un destinatario ancora ignoto. Nella prima ricorda la tragedia del resort abruzzese: “Potevo fare di più?”

Sarebbero tre le lettere che Guido Conti, 58enne generale dei carabinieri-forestali in pensione, ha scritto prima di togliersi la vita venerdì con un colpo di pistola alla tempia, a poca distanza dall'auto con cui era arrivato alle pendici del monte Morrone, a Sulmona. In una missiva, indirizzata “alla mia famiglia”, Conti cita la tragedia di Rigopiano: “Quelle vittime mi pesano come un macigno”.

La lettera mancante

Conti è uscito di casa venerdì mattina verso le 9.30, dicendo alla moglie che sarebbe rientrato ad ora di pranzo. Salito sulla Smart è andato in una tabaccheria, dove ha acquistato tre fogli e buste da lettera ed un francobollo, per poi risalire in macchina e fermarsi in qualche posto dove ha scritto i suoi ultimi messaggi. Al momento sono state trovate una lettera indirizzata alla famiglia e una alla sorella, ma mancherebbe la terza, affrancata e spedita a un destinatario che per il momento rimane sconosciuto. A trovare il corpo dell'ex ufficiale della Forestale (molto noto sia nella Regione Abruzzo che in quella dell'Umbria. Sua l'inchiesta sulla mega discarica dei veleni di Bussi) sono stati alcuni agenti che avevano in passato lavorato con lui a Sulmona.

“Potevo fare di più?”

"Da quando è accaduta la tragedia di Rigopiano la mia vita è cambiata - ha scritto Conti nella lettera diretta alla famiglia - Quelle vittime mi pesano come un macigno. Perché tra i tanti atti, ci sono anche prescrizioni a mia firma”. Il generale in pensione spiega che i suoi pensieri sono “non per l'albergo, di cui non so nulla, ma per l'edificazione del centro benessere, dove solo poi appresi non esserci state vittime. Ma ciò non leniva il mio dolore. Pur sapendo e realizzando che il mio scritto era ininfluente ai fini della pratica autorizzativa mi sono sempre posto la domanda: Potevo fare di più?".

La lettera a Matteo Renzi

Conti aveva anche deciso di oscurare il proprio profilo Facebook, dove era tra l'altro pubblicata una missiva, risalente al novembre 2016 e indirizzata all'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, in cui il generale difendeva il Corpo forestale contro l'accorpamento nell'Arma deciso dal Governo, “lo scioglimento di una istituzione benemerita bisecolare e carica solo di dignità, abnegazione ed efficienza", rispetto al quale "mio Padre (anche lui un forestale, ndr) è morto due volte. Ed insieme a lui decine di migliaia di uomini che nella nostra Missione, perché tale è lo spirito che ci anima, hanno creduto e credono. E questo non posso permetterlo. Senza battermi fino in fondo".

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