Torino: insulti sul bus, l'autore rischia fino a 4 anni di carcere

Cronaca
Nessuno ha aiutato la ragazza aggredita sul bus a Torino (foto: archivio Ansa)

Mentre si cerca il responsabile dell'aggressione nei confronti di una quindicenne di colore, la Procura indaga per discriminazione

Da sei mesi a quattro anni di carcere. Tanto rischia il passeggero dell'autobus che, a Torino, ha insultato e preso a calci una quindicenne di colore. Perché è questa la condanna prevista dal reato ipotizzato dai magistrati della procura. A Palazzo di Giustizia è stato aperto un fascicolo di indagine, per il momento a carico di ignoti. Si attende, infatti, l'esito degli accertamenti dei carabinieri di Grugliasco, che stanno visionando i filmati realizzati dalle telecamere montate sul pullman per risalire all'identità dell'uomo.

L'idenkit dell'aggressore

L'identikit è quello di un sessantenne dai capelli corti e brizzolati, vestito di nero, con la giaccia sporca di vernice bianca come se stesse rincasando dal lavoro. “E' inutile che vai a scuola - ha detto venerdì mattina alla ragazza, mamma italiana e papà africano, giovane promessa in una squadra di basket - tanto finirai per strada. Tornatene al tuo Paese”. Poi gli insulti e la pedata. Senza che nessuno muovesse un dito.

Il procuratore capo Armando Spataro, una volta ricevuta la prima segnalazione dai carabinieri, ha affidato la pratica ai magistrati del pool 'sicurezza urbana'. Si procede per la violazione della legge 654 del 1975, con cui l'Italia ratificò la Convenzione internazionale di New York sulla eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale. La norma punisce con la reclusione fino a quattro anni chiunque commetta "violenza o provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali e religiosi".

"Episodio inqualificabile di razzismo"

Il Comitato dei diritti umani del Consiglio regionale del Piemonte, per bocca di Mauro Laus, Enrica Baricco e Giampiero Leo, parla dell'aggressione (verbale e fisica) come di un "episodio inqualificabile di razzismo, intolleranza e sessismo". "Ed è ancora più preoccupante - aggiungono - che sia un adulto a prendere a calci una ragazza di quindici anni solo per il colore della pelle". Per questo motivo, il Comitato invita "chiunque abbia assistito all'accaduto a fornire ogni elemento utile all'identificazione dell'uomo". "Non stiamo zitti - sottolinea anche il ct della nazionale italiana femminile di basket, Marco Crespi -. Non basta scuotere la testa. Non basta dire 'vergogna' contro un gesto violento e criminale". "Mi auguro - è stato il commento della sindaca Chiara Appendino - che le autorità risalgano presto al responsabile. Il razzismo non può trovare nessuno spazio e nessuna tolleranza".

 

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