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Sanitopoli abruzzese, Del Turco assolto da accusa associativa

Cronaca
Ottaviano Del Turco nel 2008 (foto d'archivio, Fotogramma)

La Procura generale di Perugia non ha riconosciuto il reato di associazione a delinquere a carico dell’ex presidente della Regione, la cui condanna è stata riformulata a 3 anni e 11 mesi

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Ottaviano Del Turco, ex presidente della Regione Abruzzo, è stato assolto dall'accusa di associazione per delinquere nel processo bis sulla “sanitopoli” abruzzese. La Corte d'appello di Perugia ha rideterminato per lui la condanna in 3 anni e 11 mesi. Assolti con la stessa formula anche tutti gli altri imputati.

Accolte le richieste della Procura

I giudici umbri erano chiamati a valutare la sussistenza o meno del reato di associazione a delinquere ed eventualmente a ricalcolare la pena già stabilita in appello dalla Corte aquilana. La sentenza ha accolto la richiesta della Procura generale che per Del Turco, e per le altre persone coinvolte, aveva chiesto di rivedere al ribasso le condanne. Per il sostituto procuratore generale Giuliano Mignini, non è emersa alcuna prova che un sodalizio illecito abbia gestito la sanità abruzzese. 

La vicenda giudiziaria

Nel mese di dicembre del 2016, la Corte di Cassazione aveva confermato la condanna di Del Turco (presente in aula) per il reato di induzione indebita, ma aveva annullato con rinvio la condanna d'appello riguardante l'accusa più pesante, quella di associazione per delinquere. Gli atti, a dicembre scorso, erano stati inviati a Perugia per rivedere il trattamento sanzionatorio, ma il Pg ha chiesto l’assoluzione. In Appello, la condanna di Del Turco era stata ridotta da 9 anni e 6 mesi a 4 anni e 2 mesi.

La "Sanitopoli" abruzzese

L’inchiesta sulla sanità abruzzese esplose nel luglio del 2008 e provocò la caduta della Giunta di centrosinistra e il clamoroso arresto di Ottaviano Del Turco, allora in carica come presidente della Regione, e di altre 9 persone, tra assessori e consiglieri regionali. Del Turco passò 28 giorni nel carcere di Sulmona e altri due mesi ai domiciliari. Per quella vicenda si dimise dal Pd. Le accuse parlavano di tangenti milionarie e soldi confluiti nelle casse delle cliniche private. Nel processo, però, le accuse sono state notevolmente ridimensionate.