Il Vaticano replica a Milone: indagava illecitamente sulla Santa Sede

Cronaca

Con un comunicato diffuso dalla Sala stampa arriva la risposta alle parole dell'ex revisore generale dei conti che, in esclusiva tv a Sky TG24, ha parlato di "dimissioni forzate": "Sorpresa e rammarico per le sue dichiarazioni"

Indavaga illecitamente sulla vita privata di esponenti della Santa Sede. In questo modo, è venuto meno il rapporto di riservatezza e quindi di fiducia. Così, in estrema sintesi, la Santa Sede replica all'intervista rilasciata in esclusiva a Sky TG24 dall'ex revisore generale Libero Milone e chiarisce i motivi del suo licenziamento dello scorso giugno.

La nota del Vaticano

"Risulta purtroppo che l'Ufficio diretto dal Dott. Milone, esulando dalle sue competenze, ha incaricato illegalmente una società esterna per svolgere attività investigative sulla vita privata di esponenti della Santa Sede. Questo -  si legge nel comunicato diffuso dalla Sala stamp  del Vaticano - oltre a costituire un reato, ha irrimediabilmente incrinato la fiducia riposta in lui che, messo davanti alle sue responsabilità, ha accettato liberamente di rassegnare le dimissioni".

Milone: dimissioni sotto minacce arresto

Per la prima volta dopo tre mesi, Milone ha raccontato la sua verità sulle dimissioni, date improvvisamente lo scorso giugno in circostanze poco chiare. "Non mi sono dimesso volontariamente. Sono stato minacciato di arresto. Il capo della Gendarmeria mi ha intimidito per costringermi a firmare una lettera che avevano già pronta" ha dichiarato nell'intervista rilasciata a Sky TG24. 

Vaticano: Venuto meno ad accordo riservatezza

"La Santa Sede prende atto con sorpresa e rammarico delle dichiarazioni rilasciate dal Dott. Libero Milone - si legge nel comunicato - In questo modo egli è venuto meno all'accordo di tenere riservati i motivi delle sue dimissioni dall'Ufficio. Si ricorda che, in base agli Statuti, il compito del Revisore Generale è quello di analizzare i bilanci e i conti della Santa Sede e delle amministrazioni collegate". "Si assicura - conclude la Santa Sede - che le indagini sono state condotte con ogni scrupolo e nel rispetto della persona". 

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