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Maxisequestro da 500mila euro a un'azienda di caffè a Torino

Cronaca
Chicchi di caffè (Getty Images)

La Guardia di Finanza ha confiscato prodottia un imprenditore denunciato per frode in commercio alimentare: vendeva caffè asiatico spacciandolo per guatemalteco. L'uomo ora rischia fino a 3 anni di carcere

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Avrebbe mentito sulla provenienza del caffè che vendeva e ora rischia fino a 3 anni di reclusione. È quanto accaduto al titolare di un'azienda del quartiere Vallette di Torino denunciato dalla Guardia di Finanza per frode in commercio nel settore alimentare.

Prodotti per 500mila euro

Secondo le indagini effettuate dai militari di Torino, l'imprenditore 60enne avrebbe commercializzato caffè proveniente da Vietnam e Uganda, spacciandolo per quello di pregiata qualità arabica proveniente dal Guatemala. Una frode secondo gli inquirenti, che hanno disposto il sequestro di oltre 10mila confezioni di caffè già pronte per l'immissione sui canali di vendita ed altre 100mila ancora ancora in fase di lavorazione. Si tratta di una partita di merce del valore complessivo di 500mila euro.

Sequestrata l'azienda

Nel corso del loro intervento i militari hanno provveduto anche al sequestro di derrate di caffè, orzo solubile, ginseng in polvere ed imballi impiegati nel confezionamento, comprese cialde destinate ai bar di Torino e provincia. Le autorità hanno messo i sigilli anche ai macchinari e alle attrezzature impiegate nel processo industriale.

La filiera del caffè

Nel corso delle loro indagini, gli uomini della Guardia di Finanza sono riusciti anche a tracciare l'intera filiera dell'importazione dei prodotti destinati ai bar e alle case di Torino. Il ginseng e l'orzo sarebbero risultati essere importati da Cina e Polonia, mentre il caffè che riportava erroneamente l'indicazione di provenienza del Guatemala, era di fatto ricavato da una serie di miscele asiatiche e, in piccole percentuali, da altre coltivate in Sudamerica. L'operazione rientra nelle attività svolte dalla Guardia di Finanza a tutela della concorrenza e del mercato e del "Made in Italy".