"Guerra" delle mozzarelle tra Campania e Puglia: scontro sul Dop

Cronaca
Il marchio Dop per i latticini di Gioia del Colle: Campania e Puglia si scontrano sul marchio Dop (foto di repertorio - Getty Images)

La pubblicazione del riconoscimento assegnato al prodotto di Gioia del Colle non piace al Consorzio campano, che annuncia battaglia

Il marchio Dop per la mozzarella di Gioia del Colle non s'ha da fare: lo dice Franco Alfieri, consigliere per l'agricoltura della regione Campania. Secondo il portavoce regionale il riconoscimento "denominazione di origine protetta" assegnato al prodotto caseario pugliese violerebbe la normativa europea, e annuncia battaglia per tutelare la mozzarella di bufala campana.

La posizione della regione Campania e del Consorzio

Lo scorso 28 agosto sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il riconoscimento della Denominazione d'origine protetta, abbreviata con la sigla Dop, alla treccia di Gioia del Colle. A questo riconoscimento è possibile opporsi entro 30 giorni dalla pubblicazione. Tale contrasto deve essere però documentato. Trascorso questo termine, la proposta viene notificata e registrata dagli organismi comunitari. Ciò che contesta Alfieri è che il simbolo europeo Dop compaia sia sulla mozzarella pugliese sia sulla mozzarella di bufala tutelata, prodotta solo con latte di bufala, e ancora sulla treccia pugliese, fatta con latte vaccino della Murgia. L'utilizzo di questa sostanza non permette, secondo Alfieri, di distinguere l'origine del latte utilizzato. L'utilizzo esclusivo del latte di bufala per la mozzarella campana, invece, rappresenta un simbolo di unicità, da tutelare appunto con un marchio.

La replica dell'assessore pugliese all'agricoltura

L'assessore regionale pugliese all'Agricoltura, Leonardo Di Gioia, non crede che "si possa prefigurare chissà quale danno a un settore importante quale è quello campano. Noi difenderemo e tuteleremo le scelte dei produttori pugliesi, ma più che l'idea di fare una guerra, dobbiamo insieme aggredire mercati, cogliere opportunità per tutti", dice l'esponente della giunta di Michele Emiliano. Di Gioia ha ribadito che il nome mozzarella non può essere "dichiarato giuridicamente utilizzabile in esclusiva" e sottolinea come il vero oggetto del contendere sia la trasformazione del marchio collettivo "Treccia della Murgia e dei Trulli" in "Mozzarella di Gioia del Colle". Questa scelta può creare confusione nel consumatore e fargli credere che "anche a Gioia del Colle ci siano le mozzarelle di bufala". La trattativa con il ministero per la richiesta del marchio Dop per il prodotto pugliese è iniziata nel 2011, ma solo nel 2015 è diventata pressante. In quell'anno sono apparsi i primi cambiamenti. La prima bozza del disciplinare di produzione, indispensabile per ogni richiesta di Dop, subisce qualche rimaneggiamento, compare il nome "mozzarella" e vengono incluse diverse forme: all'articolo 2 si parla di "sferoidale", "nodo" e "treccia". "Ma - sottolinea Di Gioia nella sua riflessione - in ballo c'è una partita economica non piccola".

I numeri della mozzarella campana contro quella pugliese

Infatti, le differenze economiche tra i due prodotti caseari sono notevoli. Il Consorzio campano ha chiuso il 2016 con 44.270 tonnellate di mozzarella di bufala prodotte e vendute, segnando un +7% rispetto al 2015. Per il 2017 si prevede una chiusura di fatturato con un +8/9%. In due anni, dunque, si è registrato un incremento delle vendite del 15%, diventando l'unico prodotto agroalimentare che in piena crisi ha visto crescere i suoi profitti. All'estero nel 2016 è andato il 32% della produzione totale, con un aumento delle vendite del 10% rispetto al 2015. Principali acquirenti: Francia, Germania e Regno Unito. In totale, il mercato della mozzarella di bufala vale circa 500 milioni di euro: numeri maggiori rispetto a quelli del comparto caseario pugliese.

La replica del Consorzio Mozzarella di Bufala

Al di là delle polemiche il presidente del Consorzio Mozzarella di Bufala, Domenico Raimondo, auspica il confronto tra le due regioni e il ministero "per trovare una soluzione condivisa che non scateni guerre e non crei confusione tra i consumatori". Paolo Russo, deputato di Forza Italia e nella scorsa legislatura presidente della Commissione Agricoltura, ha dichiarato: "La concessione di questa Dop permette alla grande distribuzione di pagare meno i produttori campani. Certamente va valorizzata la treccia pugliese e bisogna costruire un Dop per loro, perché devono ampliare l'offerta italiana, ma non bisogna generare una confusione".

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