Ispra, appello alle Regioni: stop alla caccia dopo roghi e siccità

Cronaca
L'Ispra chiede lo stop della caccia a causa della siccità (foto d'archivio LaPresse)

L'istituto del ministero dell'Ambiente ha diffuso una nota in cui chiede l'assunzione di provvedimenti ad hoc per tutelare la fauna, in sofferenza per le alte temperature e gli incendi estivi

Lo stop alla caccia per tutelare le specie selvatiche, messe a dura prova da siccità e incendi, è più vicino. L'Ispra, istituto di ricerca del ministero dell'Ambiente, ha diffuso infatti oggi una nota sul proprio sito, indirizzata alle Regioni. A causa delle temperature elevate toccate nel 2017 e dei "prolungati periodi di siccità", oltre alla "drammatica espansione sia del numero degli incendi sia della superficie percorsa dal fuoco (+260%)" è consigliata l'assunzione di provvedimenti cautelativi "atti a evitare che popolazioni in condizioni di particolare vulnerabilità possano subire danni".

 

I consigli dell'istituto

Fra le misure urgenti consigliate la sospensione dell'allenamento dei cani da caccia, il divieto della caccia da appostamento (che si svolge presso gli scarsi punti di abbeverata rimasti), la limitazione (o il rinvio all'inizio di ottobre) della caccia agli uccelli acquatici e alle specie oggetto di ripopolamento come lepri e fagiani; e il divieto per due anni nelle zone colpite da incendi.

 

Le associazioni ambientaliste

Il posticipo o lo stop alla stagione venatoria erano stati chiesti nei giorni scorsi dalle principali associazioni ambientaliste e animaliste. A maggior ragione dopo la nota dell'Ispra, Enpa, Lac, Lav e Lipu hanno chiesto al Governo un provvedimento urgente "che blocchi la stagione venatoria 2017/2018 e permetta alla fauna e al territorio di ristorarsi, dopo l'interminabile fase di siccità e incendi che ha colpito, e ancora colpisce, l'intero territorio italiano". Se alle preoccupazioni, "espresse da un istituto solitamente molto prudente come Ispra, aggiungiamo la condizione generale della fauna nel nostro Paese, sofferente per ragioni ambientali e costellata di specie minacciate anche globalmente - si legge nelle dichiarazioni congiunte delle quattro associazioni - non può che concludersi ciò che le nostre associazioni chiedono da tempo". Cioè un'ordinanza urgente del Consiglio dei ministri, che cancelli la stagione venatoria 2017/18.

 

Il parere del Wwf

Dal canto suo, il Wwf afferma di non aver ricevuto risposta dalle Regioni a cui aveva scritto agli inizi del mese di agosto per chiedere risposte serie e adeguate alla drammatica situazione della fauna e degli ecosistemi naturali. Viste le parole dell'Ispra, adesso sollecita gli enti locali a comportarsi di conseguenza, "prevedendo il divieto o la forte limitazione dell'attività venatoria". Secondo l'associazione ambientalista, quanto prescrive l'istituto del ministero è "davvero il minimo che le Regioni debbano fare per garantire quel 'nucleo di salvaguardia' della fauna selvatica tante volte richiamato anche dalla Corte Costituzionale per rispettare le norme europee ed internazionali".

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