Ieri uccisi boss, cognato e testimoni. "Non è mafia di serie B" avverte il Procuratore Nazionale Antimafia, Roberti. Oggi Minniti a Foggia
Coinvolge numerose famiglie la cosiddetta faida del Gargano, una guerra scoppiata per questioni di abigeato e poi trasformatasi in lotta per il controllo del territorio e dei traffici illeciti. “Non è mafia di serie B" avverte il Procuratore Nazionale Antimafia, Roberti.
Strage del Gargano
Quattro persone sono state uccise da colpi di arma da fuoco in un agguato compiuto il 9 agosto a San Marco in Lamis (Foggia). Una delle quattro vittime è il presunto boss Mario Luciano Romito, di 50 anni, di Manfredonia, ritenuto dagli investigatori uno degli esponenti di spicco dell'omonimo clan. A sparare è stato un commando di 4-5 uomini che avrebbe agito prima contro un maggiolone, su cui erano a bordo le prime due vittime. Poi sarebbero stati uccisi due contadini a bordo di un Fiorino, freddati perché testimoni involontari di quanto accaduto.
30 omicidi e altrettanti tentativi
La faida parte da lontano. Una guerra iniziata oltre 30 anni fa e scandita da oltre 30 omicidi, altrettanti tentativi di omicidio e decine di casi di Lupara bianca. Un tempo alleati dei Li Bergolis e del capo famiglia Francesco, detto "Ciccillo" vi erano anche i Romito. Poi l'alleanza subì una rottura e anche queste due famiglie entrarono in guerra uccidendosi tra loro.
Faida dal 1981
Un'altra faida è quella di San Nicandro Garganico tra i Tarantino e i Ciavarrella. Tutto iniziò con il furto di un bovino. La catena di delitti comincia il 28 marzo del 1981 quando scompaiono nel nulla - forse inghiottiti per sempre da una delle grotte garganiche o, secondo alcuni, dati in pasto ai maiali - cinque componenti della famiglia Ciavarrella: Matteo, di 57 anni, la moglie Incoronata Gualano, di 55, e i tre figli, Nicola, Giuseppe e Caterina, di 17, 16 e 5 anni. Per questa strage viene condannato all'ergastolo Giuseppe Tarantino, primo di otto fratelli. Matteo aveva testimoniato nel processo del furto di bovino e doveva essere vendicato.
Diciassette gli omicidi contati sino ad oggi che hanno l'unico obiettivo di eliminare il rivale che porta quel cognome. E quando tutti i Tarantino o i Ciavarrella sono terminati si passa ad eliminare i cognati. Una faida che racconta anche la storia di una donna, diventata collaboratore di giustizia, che prima è sposata ad un Tarantino e poi diventa l'amante di un Ciavarrella.
Famiglie in guerra
Poi c'è l'ultima guerra, quella che si sta svolgendo a Vieste dopo il vuoto di poter creato dall'omicidio di Angelo Notarangelo, detto "Cintaridd", ucciso nel gennaio del 2015, secondo alcuni da qualcuno che gli era amico e che voleva scavalcarlo. Famiglie in guerra tra loro ma che a seconda della convenienza si alleano anche con qualche clan della Società la mafia di Foggia. Una guerra tra ex allevatori ora diventanti imprenditori dei traffici illeciti, tra cui la droga e le estorsioni.