Cinque degli otto destinatari delle misure cautelari sono i presunti autori dell'attentato dell'1 gennaio scorso, mentre altri 3 sono stati fermati per l'attentato del 21 aprile scorso contro i carabinieri a Rovezzano
Otto arresti a Firenze per il pacco bomba di Capodanno che aveva ferito un artificiere della polizia. Di questi, tre sono per la molotov lanciata a una caserma dei carabinieri a Rovezzano ad aprile. I fermati appartengono alle compagini anarco-insurrezionaliste. L'autore materiale dell'ordigno è stato identificato grazie al Dna: sui frammenti della bomba sono state infatti trovate tracce biologiche riconducibili a lui.
Il blitz è stato effettuato dalla Polizia tra le province di Firenze, Roma e Lecce, in collaborazione con i carabinieri. Il provvedimento di fermo è stato emesso dai magistrati della Procura della Repubblica di Firenze che stanno coordinando la complessa indagine sulla sospetta associazione a delinquere formata dagli arrestati e da altri anarchici, e già sfociata lo scorso 31 gennaio in una serie di misure restrittive emesse dal Gip di Firenze.
Attentato di Capodanno
L'operazione, resa urgente dal pericolo di fuga degli indagati, arriva dopo attività investigative della Digos di Firenze e del Servizio Centrale Antiterrorismo. L'attentato fiorentino di Capodanno era diretto contro una libreria ritenuta vicino a CasaPound. Il sovrintendente di polizia Mario Vece, 39 anni, artificiere intervenuto a disinnescare l'ordigno, fu investito dall'esplosione dell'ordigno e subì l'amputazione di una mano e la perdita dell'occhio destro. La bomba esplose all'alba del primo gennaio, intorno alle 5,30.
Bomba capace di uccidere
L'artificiere, in servizio a cavallo fra il 31 e il primo dell'anno, aveva festeggiato con i colleghi in questura. Era poi arrivata una telefonata di una pattuglia della Digos che richiedeva l'intervento degli specialisti in esplosivi annunciando un pacchetto sospetto in via Leonardo da Vinci. Di lì a poco il grave incidente. La strada per precauzione venne chiusa l'artificiere Vece si avvicinò per capire come disinnescare l'ordigno incastrato in una rete metallica che i proprietari del negozio avevano messo a ulteriore protezione della saracinesca ma un timer fece esplodere l'ordigno proprio in quell'istante. Le indagini certificheranno che la bomba non di grande potenza, ma capace di uccidere.
Attentato alla caserma
L'indagine, da allora proseguita senza sosta, con intercettazioni, pedinamenti estesi anche in altre regioni e, in parallelo, con l'attento esame tecnico e biologico delle tracce rilevate sul materiale trovato durante il sopralluogo dalla Polizia Scientifica, ha consentito di acquisire un imponente apparato indiziario per l'attentato di Firenze, a carico di cinque delle persone fermate oggi, e di identificare gli altri tre fermati. Questi ultimi devono rispondere di un precedente attentato, quello contro la Stazione dei carabinieri di Rovezzano del 21 aprile dello scorso anno, quando furono lanciate tre bottiglie incendiarie contro la caserma.
Anarchici avevano occupato stabile per protesta
Il blitz è scattato all'alba in un casolare di campagna al Galluzzo, periferia sud-ovest della città. Per sfuggire alle forze dell'ordine, alcuni anarchici sono saliti sul tetto di un edificio occupato, denominato 'La Riottosa', oggetto di un ordine di sequestro. Ma nel pomeriggio, dopo circa dieci ore, hanno abbandonato lo stabile. Nel gruppetto anche un uomo e una donna destinatari dei provvedimenti di fermo per il lancio di bombe molotov contro la caserma dei carabinieri di Rovezzano dell'aprile del 2016 e l'attentato alla libreria 'Il Bargello'. In generale, i reati contestati agli anarchici sono vari: associazione per delinquere e, per l'attentato a CasaPound, costruzione detenzione e porto in luogo pubblico di un ordigno esplosivo micidiale, tentato omicidio e danneggiamento aggravato.