Antigone: 3000 detenuti in più all'anno nelle carceri italiane
CronacaNel prerapporto 2017 presentato alla Camera, l'associazione segnala un tasso di crescita della popolazione penitenziaria. I detenuti hanno raggiunto le quasi 57mila unità su una capienza massima di 50mila
Carceri italiane sempre più affollate. Lo rivela l'associazione non governativa Antigone, nel "prerapporto 2017" sulla realtà penitenziaria italiana. Il numero di detenuti nel Paese sfiora quota 57mila (56.817), esattamente 2.967 in più rispetto allo scorso anno, con un tasso di sovraffollamento pari al 113,2%. Molti i temi affrontati nella relazione, dalla percentuale di donne e stranieri presenti nelle celle italiane, all'uso eccessivo della custodia cautelare passando per il fenomeno di suicidi e morti in cella.
Tremila detenuti in più ogni anno
Secondo lo studio, presentato oggi alla Camera, con dati aggiornati al 21 luglio, nell'ultimo mese si è registrato un piccolo calo, che si spiegherebbe però "con l'aumento dei permessi nei periodi estivi. Ma a breve - osserva l'associazione - la popolazione detenuta riprenderà a crescere". Secondo Antigone, mantenendo il tasso di crescita di 3mila detenuti l'anno entro il 2020, si potrebbe ritornare alla situazione di "emergenza" del 2010. A fronte di quasi 57mila detenuti, la capienza del nostro sistema carcerario resta stabile, con 50.241 posti al 30 giugno 2017 (un anno fa erano 49.659).
Padiglioni interi inutilizzati
Partendo dall'esperienza accumulata con le visite in alcuni penitenziari, Antigone riferisce di situazioni paradossali come quella di Nuoro, dove vi sono tre bracci dell'istituto "del tutto inutilizzabili", o Livorno con due padiglioni chiusi dal 2011. Ma casi simili sono segnalati anche a Civitavecchia e Arezzo. Particolarmente critica la situazione del sovraffollamento in Lombardia: a Como (186,6%), e a Busto Arsizio (174,2%), dove in varie sezioni si è tornati a ospitare 3 persone per camera, sfiorando il limite dei 3 metri quadrati per detenuto.
La popolazione carceraria
I detenuti stranieri rappresentano il 34,1% del totale della popolazione carceraria: percentuale in lieve aumento rispetto allo scorso anno, ma in calo del 3,3% rispetto a 10 anni fa. Le comunità straniere più rappresentate sono quella marocchina (18,5% degli stranieri in carcere), romena (14,1%), albanese (13,4%). Tra gli italiani, il nucleo più numeroso è quelli dei detenuti di origine campana (10.029), seguiti da siciliani (7.253) e pugliesi (4.179). Le donne sono il 4,2% (2.285) del totale della popolazione detenuta: 49 sono quelle madri che vivono in carcere con 58 bimbi sotto i 3 anni di età.
Pochi agenti
Carenti anche i numeri sul personale: Antigone parla, per quanto riguarda le carceri visitate, di una media di 1,7 detenuti per ogni agente di polizia penitenziaria, un dato "tra i più bassi - rileva - di tutta l'Unione europea", e definisce "drammatica" la situazione lavorativa degli educatori.
"Troppo carcere preventivo"
Criticato anche l'eccessivo ricorso alle misure di custoria cautelare. "È in aumento l'uso del carcere prima della condanna definitiva", nonostante "i positivi cambiamenti legislativi". La percentuale delle persone detenute in custodia cautelare è pari al 34,6%, mentre era al 33,8% il 30 giugno del 2015. A questo quadro fa invece da contraltare la quasi totale assenza del regime di semilibertà: 808 in tutto, su un totale di 42.109 detenuti sottoposti a misura diversa da quella carceraria.
Ingiusta detenzione e morti in cella
Dal 1992 ad oggi, circa 25mila casi di ingiusta detenzione sono costati 630 milioni di euro alle casse dello Stato. Sono 27, infine, i suicidi avvenuti nelle carceri italiane dall'inizio di quest'anno, contro i 45 dello scorso anno. Trentaquattro, invece, i morti in cella per altre cause.