Le persone fermate dalla Polizia avevano trasformato da marzo 2016 una cava dismessa in un deposito di scarti pericolosi. L’accusa è di traffico illecito di rifiuti pericolosi. Indagati anche alcuni imprenditori
Sono accusate di traffico illecito di rifiuti pericolosi le circa venti persone arrestate su richiesta della Dda dopo la scoperta, in provincia di Latina, di una cava dismessa trasformata in un'enorme discarica per rifiuti tossici. Nella vicenda sarebbero indagati anche diversi imprenditori della zona operanti nel settore dei rifiuti.
Le indagini
Le indagini, condotte dai i poliziotti del Servizio centrale operativo (Sco), della squadra mobile di Latina e della Polizia stradale di Aprilia, grazie a mesi di accertamenti con intercettazioni e sistemi di videosorveglianza hanno portato alla luce come, da marzo 2016, l'organizzazione avesse trasformato una cava di pozzolana dismessa da anni in un’enorme discarica dove far sparire le sostanze pericolose. I rifiuti arrivavano a bordo di decine di veicoli pesanti, anche di notte, e venivano immediatamente interrati con delle pale meccaniche, in modo da far sparire ogni traccia.
I sequestri
Secondo gli investigatori, al vertice dell'organizzazione che si occupava del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti pericolosi c'era un romano di 53 anni e suo figlio 22enne. Sono in corso anche una serie di sequestri di società, quote societarie, abitazioni, fabbricati industriali e terreni per diversi milioni.