Incendi, in Liguria bruciati 200 ettari nel parco del Beigua
CronacaÈ questo il drammatico bilancio dopo cinque giorni di incendi nell'entroterra savonese e in quello genovese. Distrutti numerosi habitat di specie locali all'interno dell'area protetta. Trovato un probabile innesco dei roghi
Brucia la Liguria: cinque giorni di incendi hanno devastato 200 ettari di boschi al parco del Beigua, tra le provincie di Savona e Genova. I responsabili dell'ente invitano al rispetto delle leggi che regolano l'uso del fuoco.
Fiamme senza sosta
Le fiamme hanno interessato ampie porzioni del Monte Reixa, della Rocca Vaccaria e della Valle della Malanotte, nell'entroterra a cavallo tra le province di Savona e Genova. Sono andati bruciati ettari di prateria montana, pinete e distese di arbusti. Distrutti anche gli habitat di specie che crescono in zona, mentre un numero imprecisato di animali selvatici ha probabilmente perso la vita durante il rogo. L'area rappresenta infatti un sito molto importante per la nidificazione di varie specie di uccellli come il calandro, la tottavilla, il codirossone, la pernice rossa e altre razze che nidificano al suolo.
Situazione "sconfortante"
Dalla direzione del Parco fanno sapere che la "situazione è decisamente sconfortante, con i versanti esposti al sud pesantemente violentati dal fuoco". Da quanto si apprende, "nelle prossime settimane i tecnici dell'ente parco completeranno le ricognizioni sul terreno ed inizieranno a predisporre progetti per la riqualificazione degli ambienti distrutti".
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Le forze in campo
Per le attività di spegnimento dei roghi sono intervenute squadre dei Vigili del fuoco, volontari della protezione civile e un Canadair. Dal parco raccomandano prudenza e rispetto delle leggi sull'uso del fuoco in un momento così a rischio come la stagione estiva. In questo periodo, si legge nel sito istituzionale del parco del Beigua, "nessun fuoco può essere acceso per nessun motivo e per nessuna necessità".
Ipotesi dolo
Sempre secondo quanto riferisce la direzione dell'ente, pare che il possibile "innesco" sia avvenuto in un settore immediatamente esterno ai confine del parco, in val Cerusa, con "gravissime conseguenze" per l'area protetta. L'auspicio è che i responsabili vengano presto individuati e condannati a risarcire la comunità per gli ingenti danni provocati. Danni che dopo cinque giorni di fiamme offrono un panorama "desolante".