Milano: rimpatriato il migrante che ha aggredito un poliziotto

Cronaca
Saidou Mamoud Diallo nella foto segnaletica della Polizia di Stato (Fotogramma)
Fotogramma_Aggressione_poliziotto_Stazione_Centrale_Milano

Il provvedimento si basa sull'ordinanza di espulsione del questore nei confronti di Saidou Mamoud Diallo, il 31enne della Guinea che lo scorso 17 luglio aveva tentato di accoltellare un agente di Polizia alla stazione centrale

Saidou Mamoud Diallo, il migrante della Guinea che aveva tentato di accoltellare un agente di polizia a Milano, è stato rimpatriato nel pomeriggio. A comunicarlo, è stato lo stesso ministro dell'Interno, Marco Minniti, dal palco del Festival dell'Unità dove era ospite: "E' su un volo rimpatriato verso la Guinea Bissau. Quello che poteva fare il ministero dell'Interno lo ha fatto". Diallo non aveva lasciato l'Italia nonostante pendesse su di lui un'ordinanza di espulsione (precedente a quella che il Questore di Milano aveva firmato il 20 luglio), tanto che era anche indagato per inottemperanza del provvedimento di pubblica sicurezza. Dopo la sua scarcerazione, è stata la Polizia ad assumersi la responsabilità di trattenerlo, in Questura, nel corso delle lunghe procedure burocratiche di espulsione con la Guinea: questa mattina, a tempo di record, è arrivato l'ok al rimpatrio. Diallo, con una scorta di tre agenti, è partito alla volta della Guinea con un volo di linea decollato dall'aeroporto di Malpensa alle 18.25 di oggi.

Il provvedimento

Subito dopo aver cercato di accoltellare l'agente, l'uomo è stato condotto in carcere con l'accusa di tentato omicidio e resistenza a pubblico ufficiale e successivamente scarcerato su disposizione del gip, che ha convalidato l'arresto ma non ha accolto la richiesta di custodia cautelare, disponendo invece l'obbligo l'obbligo di firma. Il 20 luglio il questore di Milano aveva emesso un ordine di espulsione nei suoi confronti che l'obbligava a fare rientro nel suo Paese mentre il gip aveva revocato l'obbligo di firma, su richiesta dell'ufficio Immigrazione della Questura di Milano, accelerando così le procedure per il rimpatrio, altrimenti difficoltoso con una misura cautelare in corso. Proprio subito dopo l'iniziale liberazione del guineano, lo stesso sindaco di Milano, Giuseppe Sala, intervenendo sulla vicenda aveva espresso una posizione di fermezza: "Se adesso l'aggressore non viene rispedito in Guinea – ha detto il primo cittadino – lo considero un affronto per Milano. Si rimane a bocca aperta di fronte a certe scelte: si tratterà anche di applicare le leggi, non c'è dubbio, ma se le leggi sono queste bisogna anche pensare di cambiarle".

Il tentativo di accoltellamento

Saidou Mamoud Diallo era finito in carcere lo scorso 17 luglio dopo aver tentato di accoltellare un agente di polizia nei pressi della Stazione Centrale di Milano. Nell'aggressione il poliziotto ha riportato solo una leggera ferita essendo stato protetto dal giubbotto antiproiettile. Solo l'intervento di altri agenti ha permesso di immobilizzare e arrestare il giovane. Al momento dell'accaduto, Diallo era già sottoposto a un ordine di espulsione emesso dal questore di Sondrio lo scorso 4 luglio e aveva precedenti per lesioni, minacce e resistenza a pubblico ufficiale. "Voglio morire per Allah", avrebbe urlato agli agenti quando lo hanno accompagnato in questura ma, al momento, non risulta che il gesto possa essere riconducibile ad azioni terroristiche.

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