Morto Pino Pelosi, condannato per l’omicidio di Pier Paolo Pasolini

Cronaca

L’uomo, malato da tempo, è deceduto in ospedale a Roma. Era stato ritenuto responsabile dell’omicidio dello scrittore avvenuto nella notte tra l’1 novembre e il 2 novembre 1975. In seguito aveva ritrattato attribuendo l’uccisione a tre persone sconosciute

È morto all’età di 59 anni Giuseppe Pelosi, detto Pino, condannato in via definitiva nel 1979 per l’omicidio di Pier Paolo Pasolini, avvenuto nella notte tra il 1° novembre e il 2 novembre 1975. L’uomo, deceduto in ospedale, era malato da tempo.

La confessione

Pelosi raccontò che la notte della morte di Pasolini, lo scrittore lo fece salire in macchina davanti alla stazione Termini e, dopo averlo portato fuori a cena in una trattoria, guidò fino a Ostia e si fermò vicino all’Idroscalo. La stessa sera Pelosi viene fermato alla guida dell’auto di Pasolini, che fu trovato morto verso le 6.30 del mattino. Interrogato, il ragazzo all’epoca 17enne, raccontò che a Ostia nacque un litigio per una prestazione sessuale non gradita e che lo scrittore l'avrebbe colpito per primo con un bastone. A quel punto, secondo la sua versione, Pelosi si sarebbe difeso colpendolo a sua volta con una tavola di legno e sarebbe fuggito con la sua auto investendolo accidentalmente mentre era a terra.

Il processo

Il processo di primo grado per omicidio volontario, furto d'auto e atti osceni in luogo pubblico a carico di Pelosi iniziò il 2 febbraio 1976 e si concluse con una condanna a 9 anni, 7 mesi e 10 giorni, e a 30.000 lire di multa. In appello caddero le accuse di atti osceni e furto, ma venne confermata la condanna di omicidio, resa sentenza definitiva dalla Corte di Cassazione il 26 aprile 1979. Tre anni dopo Pelosi ottiene la semilibertà e il 18 luglio 1983 la libertà condizionata. Due anni dopo viene arrestato per aver rapinato un furgone postale ma viene assolto per insufficienza di prove. Pelosi continuerà a commettere reati, per lo più rapine, fino al 2000.

Una nuova versione 30 anni dopo

Pelosi torna a far parlare di sé nel 2005, trent’anni dopo l’omicidio di Pasolini, ritrattando la sua versione. Disse non aver partecipato all’uccisione che fu invece opera di tre persone a lui sconosciute che parlavano con accento siciliano. Per giustificare il racconto precedente, disse di essere stato minacciato da uno degli aggressori e di aver atteso la sua morte per dire la verità. Nello stesso anno Pelosi viene di nuovo arrestato per spaccio di droga e affidato ai servizi sociali: tornerà in libertà il 23 settembre 2009.

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