Dure parole del presidente della Repubblica: "Troppi errori nella ricerca della verità". La figlia del magistrato ucciso: "Anni di pentiti costruiti con lusinghe e torture". Ma Di Matteo della Procura antimafia: "In tanti hanno lavorato per la verità"
Sono state parole dure quelle pronunciate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante l'anniversario dei 25 anni della morte di Paolo Borsellino: "Troppe incertezze ed errori hanno accompagnato la ricerca della verità sulla strage di mafia di via D'Amelio". Cerimonie di ricordo anche a Palermo, dove la figlia del magistrato Fiammetta ha polemizzato contro "25 anni di schifezze e menzogne", chiedendo anche "scusa agli innocenti che sono stati condannati all'ergastolo". Parole che il sostituto della Procura antimafia Nino Di Matteo ha invitato a non strumentalizzare.
Fiammetta Borsellino: "25 anni di pentiti costruiti con lusinghe o torture"
"Sono stati buttati via 25 anni, anni di pentiti costruiti con lusinghe o torture" ha denunciato Fiammetta Borsellino, aggiungendo che "in questi 25 anni dalla strage ci doveva essere una vigilanza maggiore sui processi e sulle indagini fatte". La figlia del magistrato ha ribadito, al termine dell'audizione in commissione antimafia, quanto già affermato in un'intervista al Corriere della Sera in in cui aveva ricordato le frequentazioni massoniche di Gianni Tinebra, ex procuratore di Caltanissetta che coordino' l'indagine sulla strage.
Fiammetta Borsellino: "Lasciati soli dopo la strage"
"Dopo la strage - ha continuato la Borsellino - la mia famiglia ha vissuto una solitudine che è stata confermata dal fatto che la maggior parte di quelle persone, gli amici e i colleghi che per anni hanno frequentato la nostra famiglia, ora si sono dileguati. Le persone veramente vicine le abbiamo incontrate nel corso di questo cammino". Alla Commissione Antimafia a Palermo, ha consegnato alla presidente Rosy Bindi una serie di documenti processuali e investigativi depositati nel corso nei vari dibattimenti celebrati sull'attentato in cui morì suo padre. Tra questi anche la lettera dell'allora pm Ilda Boccassini, applicata alla Procura di Caltanissetta, che esprimeva dubbi sull'attendibilità di Vincenzo Scarantino, poi rivelatosi un falso pentito. Sulle aspettative che nutre dopo essere stata ascoltata, ha aggiunto: "Mi aspetto che ognuno faccia la propria parte, tutte quelle azioni che ciascun organo competente può mettere in campo ognuno per la propria parte e secondo le proprie competenze".
Di Matteo: "In tanti hanno continuato a cercare la verità"
"Bisogna sempre rispettare, questo è il valore più importante, la memoria di Paolo Borsellino. E bisogna rispettare e comprendere il dolore dei familiari - ha detto Nino Di Matteo commentando le parole di Fiammetta Borsellino Io so, ma tante altre persone sanno - all'interno e fuori dalle istituzioni, all'interno e fuori dalla mafia - chi in questi 20 anni ha continuato comunque, sempre, a cercare la verità sulla strage e si è esposto e ha esposto la propria famiglia a rischi gravissimi. Ha sacrificato la propria libertà e la propria carriera. Credo che questo sia giusto ricordarlo per evitare che certe parole possano essere strumentalizzate da chi non vuole che si vada avanti nel completare il percorso di verità sulle stragi. Che in questo momento deve essere completato anche cercando di capire, con gli elementi nuovi che sono stati scoperti in questi anni, chi eventualmente assieme agli uomini di Cosa nostra ha ucciso Paolo Borsellino".