Ecomafie, Legambiente:"Tre reati ogni ora, ma in calo rispetto a 2015"

Cronaca
Un'immagine di rifiuti abbandonati illegalmente (Getty Images)

Secondo il rapporto annuale dell'associazione, nel 2016 sono stati commessi 71 illeciti ambientali ogni giorno, il 7% in meno dell'anno precedente. Nonostante l'efficacia della nuova legge sugli ecoreati, l'allarme sociale resta ancora alto

Scende il fatturato delle ecomafie e diminuiscono gli illeciti ambientali rispetto al 2016: sono gli elementi positivi messi in luce dal rapporto "Ecomafia 2017" di Legambiente, presentato il 3 luglio alla Camera dei Deputati. Un quadro che rimane comunque problematico, considerando che secondo lo stesso studio gli ecoreati commessi in Italia quest'anno sarebbero 71 al giorno, circa tre ogni ora.

Dati in miglioramento  

A due anni dall'entrata in vigore della legge sugli ecoreati (68/2015), i risultati illustrati dal report Ecomafia 2017 parlano di "un trend positivo, che lascia ben sperare". Infatti, nel 2016 i reati ambientali accertati delle forze dell'ordine e dalla Capitaneria di porto sono passati da 27.745 (2015) a 25.889, con una flessione del 7%. Sono aumentati invece gli arresti (225 nel 2016, 118 nel 2015), le denunce (che l'anno passato sono state 28.818 contro le 24.623 del 2015) e i sequestri, passati da 7.055 nel 2015 a 7.277 nel 2016. Un altro dato in sensibile miglioramento è quello del fatturato delle ecomafie, calato del 32% rispetto all'anno scorso, attestandosi in ogni caso alla cifra ragguardevole di 13 miliardi di euro nel 2016. Ma anche quest'anno è sempre la corruzione il primo motore degli illeciti ambientali.

Nelle regioni del Sud la maggiore presenza di illeciti ambientali

I numeri del rapporto testimoniano comunque la grande presenza delle ecomafie nel nostro Paese. Soprattutto in Campania, Sicilia, Puglia e Calabria, che rimangono le prime quattro regioni italiane per numero di ecoreati, rispettivamente 3.278, 3.084, 2.339 e 2.303 illeciti ambientali registrati nel 2016, a cui seguono la Liguria e il Lazio. A livello provinciale è invece Napoli l'area più interessata dagli illeciti ambientali (1.361 nel 2016), a cui segue Salerno (963), Roma (820), Cosenza (816) e Palermo (811).

La metà dei sacchetti di plastica in commercio è illegale

Uno dei problemi più persistenti nelle rilevazioni del rapporto è la questione degli shopper, i sacchetti di plastica: quelli non riciclabili sono stati messi al bando nel 2012, ma oggi sono ancora la metà di quelli che – illegalmente – vengono messi in commercio. Così nel 2016 sono state immesse nell'ambiente 40mila tonnellate di plastica illegale derivante dagli shopper irregolari, che hanno generato un danno per 160 milioni di euro alla filiera legale dei sacchetti di plastica e hanno provocato 50 milioni di euro di danni ambientali in termini di smaltimento dei rifiuti e altri 30 milioni di danno erariale, in termini di mancato gettito fiscale.

I reati ambientali più diffusi riguardano l'agroalimentare

I dati del report indicano quali sono le tipologie di ecoreati più diffusi. Il numero più alto di infrazioni penali riguarda i prodotti ittici (pesce in genere, crostacei, molluschi, datteri fresco, etc.), con ben 10.735 illeciti amministrativi e penali accertati; anche i vini e gli alcolici hanno impegnato particolarmente le autorità di controllo, portando a 3.411 illeciti, 2.816 denunce e 321 sequestri. L'agroalimentare è il comparto che più attrae l'attenzione delle ecomafie, senza dimenticare il problema degli incendi: nel 2016 sono stati bruciati 27mila ettari attraverso 4.635 roghi e di conseguenza sono state denunciate oltre 300 persone.

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