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Migranti, Pinotti: "Buone parole non bastano, dalla Ue fatti concreti"

Cronaca

La ministra a Sky TG24: "Con questi numeri la situazione non più sostenibile, abbiamo posto il tema formalmente alla Commissione Europea". Ma intanto l'Europa prende tempo: alla riunione dei 28 della prossima settimana non verrano prese decisioni

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Sui migranti "le buone parole nei confronti dell'Italia non bastano più, su una situazione di questa eccezionalità noi ci aspettiamo che l’Europa non si volti dall’altra parte e che si passi ad atti concreti di sostegno". A dirlo a Sky TG24 è la ministra della Difesa Roberta Pinotti che ha sottolineato come "esiste un tema di sostenibilità, con questi numeri la situazione non è sostenibile, non si può pensare di avere accoglienza su numeri superiori rispetto a quelli che sono stati preventivati". Per questo, ha spiegato Pinotti, "l’Italia ha fatto un gesto forte, importante, abbiamo chiesto al nostro ambasciatore di porre formalmente il problema alla Commissione Europea"

Sui migranti l'Europa prende tempo

Ma nonostante i ripetuti appelli del governo italiano l'Europa sembra aprendere tempo. Intanto la riunione dei ministri dell'Interno dei 28 della prossima settimana servirà solo ad ascoltare i problemi dei Paesi in prima linea, senza assumere decisioni, secondo quanto è emerso all'inaugurazione del semestre di presidenza estone dell'Ue, a Tallinn. Solo il presidente della Commissione europea, Jean-Cluade Juncker, è sembrato premere per un rapido intervento, insieme all'Alto rappresentante Federica Mogherini, al lavoro per sbloccare già a luglio 40 milioni di fondi Ue per progetti in Libia dal Trust Fund per l'Africa. L'obiettivo è il rafforzamento della guardia costiera, il coordinamento delle operazioni a Tripoli e il rafforzamento del confine meridionale.

Juncker chiede più sostegno per Grecia e Italia

"La prossima settimana vedrò con i premier di Italia e Grecia quali sforzi supplementari la Commissione Ue può fare per alleviare gli sforzi di questi due Paesi nella loro lotta eroica" sul fronte dei migranti, si è impegnato Juncker. L'obiettivo è riformare il sistema europeo d'asilo entro dicembre: la riforma "ha preso troppo tempo", ha avvertito, e su questo "spero che nei prossimi sei mesi si manifesterà l'unità" dell'Ue auspicata dal premier estone, Juri Ratas. L'ex premier lussemburghese ha comunque sottolineato che dalla Commissione è già arrivato "un grande sforzo" anche con il dispiegamento "in Grecia più di 800 soldati, poliziotti e guardie di frontiera, più di 300 in Italia, 200 alla frontiera bulgaro-turca e un centinaio in Spagna".

Estonia: per ora non diamo risposte, ma ascolteremo l'Italia

Il ministro dell'Interno estone, Andres Anvelt, ha però sottolineato che alla riunione con i colleghi Ue di giovedì e venerdì prossimi "non daremo nessuna risposta, ma ascolteremo dall'Italia quali sono stati i cambiamenti dell'ultima settimana per valutare come affrontare la questione della protezione delle frontiere, dei porti e le relazioni con la Libia". Anvelt ha chiesto "comprensione reciproca": "Dobbiamo parlare e pensare a soluzioni attraverso la solidarietà, ma se diamo un primo segnale sulla protezione delle frontiere, la riduzione al massimo dell'immigrazione illegale e i rimpatri, poi sarà più facile procedere" sui ricollocamenti e la riforma del sistema d'asilo.