Musei, Tar annulla la nomina di 5 direttori. Ira di Franceschini

Cronaca
Dario Franceschini (foto d'archivio LaPresse)
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Per i giudici il bando è stato aperto a cittadini non italiani, anche se non si poteva. Bocciati anche i colloqui a porte chiuse. Il ministro annuncia ricorso al Consiglio di Stato. I cinque saranno sostituiti ad interim. Renzi: “No a Repubblica fondata sul cavillo”

"Il mondo ha visto cambiare in due anni i musei italiani e ora il Tar Lazio annulla le nomine di cinque direttori. Non ho parole, ed è meglio...". È questo il commento del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, sulla notizia, anticipata dal Sole 24 Ore, secondo cui il tribunale amministrativo avrebbe bocciato la nomina di cinque dei venti direttori dei super-musei. Franceschini ha anche fatto sapere che sarà fatto "subito appello al Consiglio di Stato" e di essere "preoccupato per la figura che l'Italia fa nel resto del mondo, e per le conseguenze pratiche perché da oggi alcuni musei sono senza direttore".

<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="en"><p lang="it" dir="ltr">Il mondo ha visto cambiare in 2 anni i musei italiani e ora il TAR Lazio annulla le nomine di 5 direttori. Non ho parole, ed è meglio..</p>&mdash; Dario Franceschini (@dariofrance) <a href="https://twitter.com/dariofrance/status/867645888684077056">May 25, 2017</a></blockquote> <script async src="//platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

Franceschini, direttori sostituiti ad interim 

"I direttori la cui nomina è stata bloccata dal Tar del Lazio saranno sostituiti ad interim", ha spiegato il ministro Franceschini, aggiungendo che la "sentenza è stata già pubblicata e quindi i musei sono già di fatto senza direttori". "Queste persone avevano lasciato tutto per ricoprire questi ruoli e la riforma stava già attuando un grande cambiamento, ma da oggi è bloccata". "E' assurdo fare distinzioni sulla nazionalità dei candidati. Il direttore della National Gallery è italiano mentre quello del British Museum è tedesco. Davvero un grande danno di immagine".

Assmann, Palazzo Ducale: "Non sono più direttore"

La decisione dei giudici ha coinvolto anche l’austriaco Peter Assmann, direttore del Palazzo Ducale di Mantova, la cui nomina è stata annullata dal Tar. Assmann ha confermato che, dal 25 maggio, non ricopre più l’incarico di guida del museo, ma ha sottolineato, mentre si trovava all’università di Macerata per raccontare le iniziative di Palazzo Ducale: "I miei sentimenti oggi non sono importanti, quello che importa è che questa situazione non produca danni al Ducale. Ora dobbiamo solo aspettare la sentenza del Consiglio di Stato".

Renzi critica il Tar

"Il fatto che il Tar del Lazio annulli la nostra decisione merita il rispetto istituzionale che si deve alla giustizia amministrativa ma conferma - una volta di più - che non possiamo più essere una repubblica fondata sul cavillo e sul ricorso”, ha commentato su Facebook il segretario del Pd Matteo Renzi. "Non abbiamo sbagliato perché abbiamo provato a cambiare i musei: abbiamo sbagliato perché non abbiamo provato a cambiare i Tar”.

Gli aspetti contestati nella procedura di selezione

I ricorsi sono stati due. Il primo è stato presentato da una candidata alla direzione di Palazzo Ducale e della Galleria Estense di Modena, il secondo da un candidato al ruolo di direttore di Paestum e dei musei archeologici di Taranto, Napoli e Reggio Calabria. 

Secondo il quotidiano, "il Tar ha ritenuto che non ci fossero le condizioni per aprire le selezioni a candidati internazionali e sette dei direttori sono stranieri, tra i quali quelli del parco archeologico di Paestum e del Palazzo Ducale di Mantova, interessati direttamente dal verdetto del Tar", insieme ad altri tre musei. Per il tribunale il bando "non poteva ammettere la partecipazione al concorso di cittadini non italiani", perché nessuna norma derogatoria permette al ministero di assumere dirigenti pubblici fuori dal Paese.

Nel caso di Modena, poi, per i magistrati non sono stati utilizzati dei corretti criteri di valutazione dei candidati ammessi al colloquio, dal quale, per ogni museo, è stata stabilito un trio dei migliori aspiranti alla direzione. Il ministro e il direttore generale dei musei hanno poi scelto quello che ritenevano più adatto al ruolo. Ma questa procedura ha una natura "magmatica", che non consente, secondo i giudici, di "comprendere il reale punteggio attribuito a ciascun candidato". Contestato anche il fatto che il colloquio si sia svolto a porte chiuse. 

Schmidt e Holberg restano in carica

Eike Schmidt resta Direttore della Galleria degli Uffizi di Firenze così come Cecile Holberg alla Galleria dell'Accademia di Firenze. Il Tar del Lazio infatti ha respinto il ricorso che riguardava la loro posizione perché la ricorrente "non ha potuto dimostrare l'illegittimità della sua estromissione”. La stessa Holberg ha dichiarato di aver “partecipato alla gara secondo le regole, in modo corretto”. Schmidt ha invece commentato: “Firenze non è interessata dalla sentenza, ma se le norme nazionali sono tali che i cittadini Ue ma non italiani non possono essere assunti, allora è la legislazione italiana a non essere in conformità alle norme dell’Unione”. Il Tar ha respinto anche il ricorso relativo alla direzione dell'Accademia di Venezia, dichiarato inammissibile tenuto conto che "è risultata vincitrice una italiana".

La riforma di Franceschini

Con questa sentenza, la riforma promossa da Franceschini rischia di rimanere a un punto fermo. Il ministro aveva elaborato un sistema per cui 32 musei hanno avuto la piena autonomia organizzativa, scientifica, finanziaria e contabile. È stata indetta, inoltre, una selezione internazionale per scegliere i direttori. E le prime venti strutture funzionano con questi criteri già da due anni, con un buon riscontro sul numero di ingressi. Ora la questione passa al vaglio del Consiglio di Stato, perché è presumibile che il ministero ricorrerà in appello. 

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