Dopo l’avvio del procedimento disciplinare nei confronti dell’infermiera sospettata, l’azienda sanitaria locale ha fissato quattro giornate vaccinali straordinarie tra il 24 aprile e il 6 maggio
La Asl di Treviso corre ai ripari. Dopo l’avvio del procedimento disciplinare nei confronti dell’infermiera sospettata di aver solo finto di vaccinare molti pazienti, buttando via le fiale dopo aver registrato la prestazione, è partita la “campagna” di richiamo che riguarderebbe circa 500 persone.
La campagna di richiamo - La Direzione dell'Azienda Ulss 2 “Marca Trevigiana” fa sapere di aver completato la spedizione delle lettere ai cittadini interessati. La comunicazione è stata inviata solo alle persone coinvolte – ossia adulti e bambini sottoposti a vaccinazione da parte dell'assistente sanitaria sotto provvedimento disciplinare, nel periodo tra il 25 gennaio e l'8 giugno 2016 - e si prevede che entro la settimana prossima tutti l'avranno ricevuta. Le giornate vaccinali straordinarie sono previste nei giorni 24 e 28 aprile, 2 e 6 maggio prossimi. Per qualsiasi informazione, ci si può rivolgere al numero telefonico 0422 323866 (punto unico vaccinazioni) dalle 8.30 alle 14.00 dal lunedì al venerdì o all'indirizzo mail: puntounicovaccinazioni@aulss2.veneto.it
I sospetti sull’infermiera – La vicenda ha avuto inizio nel giugno 2016, quando i colleghi dell'infermiera dell'Asl 2 di Treviso finita al centro di un provvedimento disciplinare avevano segnalato il caso all'autorità giudiziaria. Secondo le ricostruzioni, la donna fingeva di fare l'iniezione ai bimbi per poi gettare il flacone ancora pieno nel bidone dell'immondizia. I colleghi si erano insospettiti perché i piccoli non piangevano durante la vaccinazione. Il giudice per le indagini preliminari, su richiesta del pubblico ministero, aveva poi archiviato il procedimento.
La Procura della Repubblica di Treviso sta valutando l'opportunità di riaprire l'indagine a carico dell'assistente sanitaria, che nel frattempo - spiega l'Asl 2 di Treviso - è stata trasferita ad altro incarico e – come dichiarato dal direttore della stessa Asl – rischia ora il licenziamento. L'Asl ritiene infatti che si sia configurata "una grave violazione dei doveri professionali e degli obblighi assistenziali".