Maxifrode informatica: 280mila euro rubati reinvestiti in voucher
CronacaL’associazione a delinquere, secondo le indagini, utilizzava i soldi per acquistare i buoni emessi dall'Inps, intestandoli a prestanome e ad aziende ignare della truffa. Cinquantacinque persone sono state denunciate
Utilizzavano i voucher per “pulire” i soldi sottratti a utenti ignari attraverso la pratica del 'phishing', ovvero le mail trappola che consentono di risalire ai dati bancari dei proprietari delle caselle postali. È quanto emerge da un'indagine a livello nazionale condotta dai Carabinieri di Carpi, che ha svelato un'associazione a delinquere finalizzata alla frode informatica e al riciclaggio. Coinvolte 55 persone che sono state denunciate, tra cui un 31enne del Lazio e una donna 40enne della Campania, che secondo gli inquirenti sarebbero stati ai vertici dell’associazione.
Il meccanismo – I denunciati, stando alle indagini, sarebbero prima entrati nei conti correnti di circa 200 persone in tutta Italia e poi avrebbero reinvestito il denaro rubato in voucher, i buoni emessi dall'Inps, intestandoli a prestanome e ad aziende ignare della truffa. I soldi sottratti, fanno sapere i carabinieri, venivano riscattati come prassi nelle ricevitorie o attraverso le Inps card da soggetti che, in realtà, non lavoravano per le aziende segnalate, che sono risultate essere ignare della truffa. Dalle indagini è emerso che i prestanome per il “disturbo” ottenevano in cambio un terzo del valore di ogni buono da dieci euro mentre il resto finiva ai vertici dell'associazione. In questo modo, secondo i Carabinieri, il gruppo avrebbe ripulito circa 280mila euro sottratti a cittadini attraverso accessi non consentiti nei loro conti correnti.
Inps all’oscuro – L'inchiesta, coordinata dalla procura distrettuale di Bologna, competente per i reati di natura informatica, è scattata a seguito della denuncia di un cittadino carpigiano che si era visto sottrarre denaro dal suo conto. Il buon esito dell’indagine, fanno sapere i carabinieri, è stato possibile anche grazie alla collaborazione dell'Inps di Roma che, ignara della truffa ai suoi danni, ha fornito tutti i dati relativi ai voucher emessi.