Benevento, maestra sospesa per maltrattamenti agli alunni
CronacaLe telecamere installate all'interno di una scuola primaria hanno documentato le violenze fisiche e gli insulti a cui erano sottoposti i bambini
Maltrattamenti fisici e insulti che si ripetevano costantemente ai danni dei bambini che le erano affidati. È per questi comportamenti che un'insegnante di una scuola primaria della piccola cittadina di Amorosi, in provincia di Benevento, è stata sospesa per un anno. L'ordinanza riguardante questa misura interdittiva è stata eseguita dalla Squadra Mobile della Questura di Benevento al termine delle indagini della magistratura.
Dai calci agli insulti – Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la maestra aveva creato un clima "vessatorio e violento" che rendeva "abitualmente dolorose le relazioni scolastiche" attraverso differenti tipi di maltrattamenti. I piccoli alunni infatti sarebbero stati colpiti con schiaffi, calci e del materiale didattico, oltre ad essere sottoposti a trascinamenti, strattonamenti e spinte. A queste pressioni fisiche si sarebbero accompagnati rimproveri offensivi: questi ultimi mantenevano gli scolari in una condizione di "costante soggezione psicologica".
<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="it" dir="ltr"><a href="https://twitter.com/hashtag/SquadraMobile?src=hash">#SquadraMobile</a> Benevento ha eseguito ordinanza applicazione interdittiva della sospensione a insegnante scuola primaria per maltrattamenti <a href="https://t.co/whX0kB8f5Q">pic.twitter.com/whX0kB8f5Q</a></p>— Polizia di Stato (@poliziadistato) <a href="https://twitter.com/poliziadistato/status/842313224175403008">16 marzo 2017</a></blockquote>
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I dubbi dei genitori e le telecamere - A dare avvio all'inchiesta è stata una serie di segnalazioni dei genitori dei bambini, preoccupati per il comportamento della maestra. Gli inquirenti, dopo aver ottenuto i primi riscontri riguardo alla fondatezza delle accuse, hanno deciso di vederci più chiaro installando delle telecamere nelle aule e riuscendo così a documentare gli episodi di violenza che accadevano nell'istituto campano.