Inchiesta Consip, Tiziano Renzi indagato per traffico di influenze

Cronaca

Il padre dell’ex presidente del Consiglio, Matteo, avrebbe ricevuto un invito a comparire nell’ambito dell’indagine sugli appalti Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione. "Sono una persona perbene", commenta 

Tiziano Renzi, padre dell'ex presidente del consiglio Matteo Renzi, è indagato dalla procura di Roma nell'inchiesta sugli appalti Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione.

Il reato contestato - Tiziano Renzi avrebbe ricevuto un invito a comparire nel quale si ipotizza il reato di concorso in traffico di influenza. I pm di piazzale Clodio intendono sentirlo a breve, forse già la prossima settimana.

"Sono una persona perbene" -  "Ho ricevuto questa mattina un avviso di garanzia dalla procura di Roma in cui si ipotizza 'il traffico di influenza'. Ammetto la mia ignoranza - afferma Tiziano Renzi - ma prima di stamattina neanche conoscevo l'esistenza di questo reato che comunque non ho commesso essendo la mia condotta assolutamente trasparente come i magistrati - cui va tutto il mio rispetto - potranno verificare. I miei nipoti sono già passati da una vicenda simile tre anni fa e devono sapere che il loro nonno è una persona perbene: il mio unico pensiero in queste ore è per loro".

 

Reato introdotto nel 2012 - Il reato di traffico di influenza, contestato a Tiziano Renzi in concorso con altri, è stato introdotto nel codice penale nel 2012. Mira a colpire anche il mediatore di un accordo corruttivo, al fine di prevenire la corruzione stessa.


Indagato anche Luca Lotti - Il procedimento all'attenzione dei pm romani è uno stralcio dell'inchiesta avviata a Napoli e inviata a Roma per competenza territoriale. Nell'inchiesta risultano indagati anche il ministro Luca Lotti (interrogato a dicembre), il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette e il comandante della Legione Toscana dei carabinieri, il generale Emanuele Saltalamacchia. Nei loro confronti la Procura contesta i reati di rivelazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento.  


L'indagine - Nell'indagine, che di fatto viene coordinata da due Procure, il focus principale degli inquirenti è rivolto alla gara d'appalto, bandita nel 2014, denominata Fm4 (facility management) del valore di 2,7 miliardi di euro e che era stato suddiviso in una serie di lotti. In questa vicenda risulta indagato l'imprenditore napoletano Alfredo Romeo, con il quale Tiziano Renzi avrebbe avuto dei contatti sui quali si concentra ora l'attenzione degli inquirenti. I magistrati intendono anche approfondire i rapporti tra il padre dell'ex premier e l'imprenditore toscano Carlo Russo, coinvolto nell'inchiesta Consip e in contatto con Romeo.

 

Intercettazioni - Agli atti dell'indagine anche decine di intercettazioni telefoniche acquisite nel filone napoletano dell'inchiesta tra Romeo e l'ex deputato Italo Bocchino, "consulente" dell'imprenditore: secondo i pm di Napoli l'esponente politico avrebbe dato, come si legge in un recente decreto di perquisizione, "indicazioni a Romeo su quando e come pagare e su come compiacere i rappresentanti della 'cosa pubblica' con denari e altre utilita'". Circostanza seccamente smentita da Bocchino.

 

Accuse respinte - Per l'inchiesta Consip, nel dicembre scorso, dopo aver ricevuto gli atti da Napoli, i pm capitolini hanno ascoltato il ministro dello Sport Lotti e il comandante generale dell'Arma,  Del Sette. Entrambi hanno respinto le accuse, sostenendo di non aver mai rivelato ai vertici di Consip l'esistenza di indagini. In  particolare Lotti, interrogato il 27 dicembre scorso, ha affermato di "non avere mai saputo nulla di indagini" relative alla Consip. Riferendosi all'amministratore delegato della società, Luigi Marroni, che sentito come persona informata sui fatti dai magistrati di Napoli aveva fatto il nome dell'allora sottosegretario, Lotti ha detto di "non frequentarlo" e di "averlo visto solo due volte nell'ultimo anno". 

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